A Nicosia gli ex lavoratori del reddito minimo potranno lavorare fino a dicembre, ma monta la protesta contro la Regione

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Il sindaco di Nicosia Luigi Bonelli, con una propria determina, ha prorogato fino al 31 dicembre 2018 i cantieri di servizi in cui vengono impegnati i 22 lavoratori ex reddito minimo. Un decreto dirigenziale dell’assessorato alla Famiglia del febbraio di quest’anno, aveva assegnato al Comune di Nicosia la somma di 43.554,62 euro per tutti i 22 beneficiari. La somma è stata accertata ed impegnata dagli uffici comunali ed il sindaco ha emesso la conseguente determina per la proroga fino a fine anno a partire del primo maggio.

Gli ex fruitori del reddito minimo sono lavoratori che vengono impiegati per un totale di ore settimanali che va dalle 32 alle 80, il loro reddito mensile dipende anche dal numero di familiari a carico, con una media mensile di 560 euro.

Ma nonostante l’ennesima proroga garantisca almeno fino alla fine dell’anno un lavoro a questi storici precari, serpeggia il malcontento tra i 22 beneficiari per via della finanziaria regionale da poco approvata all’Ars. La legge infatti non prevede alcuna stabilizzazione, così come è avvenuto per i 2800 colleghi dei Pip, che invece saranno i beneficiari del nuovo provvedimento, transitati tutti nella Resais società partecipata della Regione e da lì potranno essere impiegati nei vari enti locali. Sono due le norme di stabilizzazione di precari approvata dalla finanziaria, prima era toccato ai precari Asi-Irsap e monta la protesta per quelli rimasti fuori, ovvero Asu ed ex reddito minimo.

Gli ex rmi di Caltanissetta ed Enna sono circa un migliaio e lavorano i  35 Comuni, di cui oltre 700 solo nella provincia di Enna. Il progetto riguardante il bacino rmi è finanziato dalla Regione Siciliana tramite il Fondo regionale per l’occupazione di cui l’assessore regionale della Famiglia delle Politiche Sociali e del lavoro ne è il legale rappresentante. Il reddito minimo di inserimento, introdotto in via sperimentale dall’articolo 59, commi 47 e 48 della Legge 27 dicembre 1997, n. 449, disciplinato dal decreto legislativo n. 237 del 18 giugno 1998 e riformato in Sicilia dalla legge regionale n. 5 del 19 maggio 2005 e successive modifiche ed integrazioni, è una misura di contrasto della povertà e dell’esclusione sociale attraverso il sostegno delle condizioni economiche e sociali delle persone esposte al rischio della marginalità sociale ed impossibilitate a provvedere per cause psichiche, fisiche e sociali al mantenimento proprio e dei figli. Il reddito minimo di inserimento è costituito da interventi volti a perseguire l’integrazione sociale e l’autonomia economica dei soggetti e delle famiglie destinatari, attraverso programmi personalizzati, e da trasferimenti monetari integrativi del reddito.

I precari ennesi e nisseni starebbero per organizzare una protesta a Palermo. “Siamo stanchi e delusi – afferma Antonella Rampulla – una delle lavoratrici nicosiane dell’ex reddito minimo – Ogni volta dobbiamo aspettare i fondi regionali per lavorare e molte volte restiamo anche sei mesi senza stipendio in attesa che questi soldi vengano accreditati al Comune di Nicosia. Dobbiamo ringraziare il sindaco Bonelli e l’assessore Castello che comunque continuano ad impegnarsi per farci lavorare con continuità, evitando interruzioni. Siamo delusi però da alcuni deputati regionali che hanno bocciato la proposta degli onorevoli Arancio e Lantieri di stabilizzarci. Sono solo buoni a chiederci il voto durante le elezioni e durante il resto dell’anno non siamo tenuti in considerazione. Sono quasi 18 anni che facciamo questa vita e chiediamo solo di essere regolarizzati come qualsiasi onesto lavoratore”.

 


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