Allevatori sotto estorsione a Cerami, condannati due catanesi affiliati al clan Mazzei

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Sono stati condannati con rito abbreviato a Caltanissetta i due catanesi, affiliati al clan mafioso Mazzei, accusati di tentata estorsione nei confronti di due allevatori di Cerami.

Carmelo Pantalena, difeso dall’avvocato Debora Zapparata, è stato condannato a 4 anni di reclusione, mentre Sebastiano Sudano, difeso dall’avvocato Silvano Domina, è stato condannato a 3 anni e 8 mesi. Entrambi dovranno risarcire i danni alle loro vittime, da quantificare in sede civile. Il Gup David Salvucci ha accolto la tesi accusatoria del pubblico ministero Roberto Condorelli.

I Carabinieri del Comando Provinciale di Enna e Catania, dopo  un’articolata attività di indagine, da sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura Distrettuale di Caltanissetta, dal mese di giugno 2017, avevano eseguito un ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Caltanissetta nei confronti dei pluripregiudicati catanesi, Carmelo Pantalena e Sebastiano Sudano 38enne. I destinatari della misura cautelare erano già stati sottoposti ad un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura nissena il 24 luglio 2017 poiché ritenuti responsabili del delitto di estorsione aggravata e continuata in concorso, con l’aggravante di avere agito con metodo “mafioso” ed al fine di agevolare l’associazione di tipo mafioso “Cosa Nostra” e specificamente il clan Mazzei di Catania.

L’indagine condotta dai Carabinieri della Compagnia di Nicosia, aveva consentito di accertare che due allevatori di Cerami, che operavano nel territorio ricadente nel parco dei Nebrodi, avevano ricevuto frequenti minacce e pressioni affinché pagassero una somma a titolo estorsivo da corrispondere o in denaro o in animali, con la minaccia che qualora non avessero acconsentito a tale richiesta avrebbero ricevuto gravi ritorsioni. Un’indagine da parte dei Carabinieri di Nicosia, comandati dal capitano Marco Montemagno, che svela i rapporti tra i clan catanesi e la provincia ennese.

 


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