Assoconsumatori Enna: “Su partite pregresse e deposito cauzionale ancora una sentenza dà ragione ai cittadini ricorrenti”

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Un’altra sentenza, nell’arco di una settimana, dà ragione ai cittadini ricorrenti circa:

1°) il pagamento del deposito cauzionale;     2°) partite pregresse 2005/2010 e 2011.

Con una sentenza articolata, riguardante cittadini di Piazza Armerina, Centuripe, Gagliano Castelferrato, Agira, è stato ribadito ciò che l’associazione ha sempre sostenuto: i cittadini non possono pagare due volte il deposito cauzionale, una prima volta ai precedenti gestori del servizio idrico ed una seconda volta ad Acquaenna, in quanto nuovo gestore.

Viene sancito un principio logico ed ineluttabile, il deposito cauzionale non può essere pagato due volte. Il controllore del servizio idrico in provincia, vale a dire il commissario dell’ATO, avrebbe dovuto evitare, se non impugnare, quella richiesta di pagamento nel momento che è stata inserita in bolletta, oppure in sua vece i sindaci che dovrebbero garantire i loro cittadini.

I Comuni, per la maggior parte, erano i precedenti gestori del servizio idrico e, quindi, i sindaci, sapendo che i cittadini avevano pagato il deposito cauzionale, avrebbero dovuto opporsi ad un tale richiesta di Acquaenna. Ma pazienza, non si accorgono di nulla. Non si accorgono delle azioni vessatorie attuate da Acquaenna nei confronti dei cittadini con i continui distacchi di contatori anche per i mancati pagamenti di piccoli importi. Strano però che quando si avvicinano le elezioni allora si ricordano delle contestazioni dei cittadini nei confronti di Acquaenna ed allora cercano di cavalcare l’onda.

Qualche sindaco dimentica che al TAR di Catania è depositato un suo ricorso contro l’accordo stipulato dal commissario dell’ATO idrico, di allora, Ing. Pietro Lo Monaco che stipulò una transazione con Acquaenna, per il mancato pagamento da parte della stessa degli oneri di gestione (nolo degli impianti) per un importo di € 1.800.000,00 dovuti all’ATO idrico come previsto dall’art. 19 della convenzione, mentre all’articolo 37 della stessa, per il mancato pagamento, è previsto la risoluzione unilaterale del contratto trentennale. Si faccia istanza al TAR di Catania di prelievo di quel ricorso e si tolga la provincia dal giogo di una società che fa pagare l’acqua in modo esorbitante tanto da essere la provincia di Enna la più cara in Sicilia e tra i primi a livello nazionale.

Per non parlare, poi dei lavori di ripristino che dichiararli ridicoli sarebbe un complimento, eppure tutti tacciono e/o sono, addirittura, plaudenti. I problemi dei cittadini vanno seguiti 365 su 365 e non solo all’approssimarsi delle campagne elettorali con ipotetici esposti o con incarichi professionali, spendendo denaro pubblico, di rescissione del contratto con il gestore Acquaenna, salvo dopo essere stati eletti sindaci tutto un silenzio.

Pippo Bruno

 


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