Calendario Artistico “La Leggenda delle Stagioni”: incuriosisce il mito di Periseo ed Artemide

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Ideata da Vittorio Spampinato, la vicenda è ambientata tremila anni fa a Valguarnera

Il calendario artistico “La Leggenda delle Stagioni”, edizione 2018, con le pregiate illustrazioni di Luigi Previti e le didascalie storiche e mitologiche dell’antropologo e scrittore Vittorio Spampinato (ideatore e direttore del progetto), sta ricevendo positivi riscontri dalla critica e dal pubblico.

Presentato alla Galleria Civica di Enna il 9 dicembre dallo storico Rocco Lombardo, con il patrocinio dell’Accademia Pergusea del presidente Nino Gagliano, del Comune di Enna e con il coordinamento di Peppe Truscia, responsabile del progetto per conto della Cooperativa Olimpo, il calendario attualmente vede le sue illustrazioni (dipinti ad olio realizzati dal pittore Luigi Previti) esposte nella Chiesa dell’Addolorata di Enna, la cui mostra, inaugurata lo scorso 11 dicembre, è ancora oggi visitabile e lo sarà durante l’intero periodo natalizio ogni giorno dalle ore 18,30 alle 20.

“I dipinti del Previti – spiega Vittorio Spampinato – conducono, con il loro fascino e magia, in un viaggio che ha inizio nella mitologia, alla riscoperta della storia e delle radici della Sicilia, intrecciata agli antichi mestieri. Il tutto è ambientato in suggestivi paesaggi siciliani, palcoscenico di una mitologia di cui la nostra terra è ricca, in particolare durante la dominazione greca, come ad esempio il mito di Proserpina ad Enna e quello dei faraglioni di Polifemo ad Acitrezza”.

Ma l’estroso Vittorio Spampinato, tra i miti narrati all’interno del calendario “La Leggenda delle Stagioni”, ne ha ideato uno nuovo che sta suscitando interesse e curiosità tra gli addetti ai lavori: il mito di “Periseo e Artemide”, la cui storia è ambientata nel territorio di Valguarnera tremila anni fa, illustrato dal Previti nel dipinto relativo al mese di Aprile.

Ecco, qui di seguito, la narrazione del mito di “Periseo e Artemide” ideato e scritto da Vittorio Spampinato.

“Periseo, giovane pastore dalla bellezza pari al Dio Apollo, viveva nel centro della Sicilia, dove pascolava il suo gregge, in armonia con la natura, in un luogo meraviglioso pieno di corsi d’acqua e di sorgenti, dove vi era una ricca fauna e una vegetazione rigogliosa e superba (“il giardino degli Dei”, corrispondente alla contrada “Val di Noce” ubicata nel Comune di Valguarnera Caropepe). La dea della caccia Artemide, mentre un giorno cacciava un maestoso e veloce cervo bianco dalle corna d’avorio, incontrò il giovane pastore, entrambi si innamorarono, lei sostò a lungo in quel luogo meraviglioso dove vissero insieme felici, travolti da una profonda passione. Ma il suo ruolo di Dea le imponeva, contro il suo stesso volere, di tornare all’Olimpo dove Zeus, suo padre, e gli altri Dei l’attendevano. Dopo essersi promessi entrambi fedeltà solenne, con l’impegno che lei sarebbe ritornata appena possibile, piena di tristezza lasciò quel luogo, ma prima che se ne andasse donò al suo amato una freccia dalla punta di diamante, dalla quale ne trasse un talismano splendente come portafortuna, per allontanarlo da tutti i pericoli, mentre dall’asticina d’oro trasse un meraviglioso flauto. Afrodite che aveva scoperto tutto ciò, la quale inconsciamente si era innamorata follemente anche lei di Periseo, approfittò dell’allontanamento di Artermide  per corteggiarlo con la sua grazia ed avvenenza, ma lui rifiutò tutte le sue proposte e le sue attenzioni con poetica convinzione. Afrodite a questo rifiuto si sentì offesa e piena di ira cercò di trasformarlo prima in un cinghiale, e non ci riuscì, poi in un albero, tutto ciò non accadde, perché il talismano donato dalla sua amata lo proteggeva da qualsiasi sortilegio. Allora, spinta da una più crescente vendetta lo volle punire con un incantesimo e coprì quel luogo con un velo invisibile. Cosi Artemide, quando ritornò per abbracciare e baciare il suo amato, non riuscì più a trovare il luogo dove lui viveva. Nel frattempo Periseo l’attendeva pieno di speranza, suonando di continuo quel meraviglioso flauto d’oro da dove fuoriusciva una immensa musica dolce e sublime, unica e irripetibile, tanto che le ninfe del luogo rimanevano incantate ed andavano in estasi. Con grande magia quelle stesse melodie, che superavano qualsiasi distanza e tempo, alimentavano il cuore della divina Artemide, che densa di emozioni palpitava radiosa per il suo unico e grande amore”.


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