E’ saltato a Nicosia lo sciopero degli operatori ecologici, motivazioni e risposte della Uil-Fpl

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Era stato proclamato per tutta la giornata del 5 marzo lo sciopero dei 15 lavoratori della Multiecoplast e Leukosia aderenti alla Uil-Fpl.

Da Roma il 4 marzo è giunto lo stop allo sciopero da parte della “Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici”. L’organismo di garanzia, nella nota inviata urgentemente alla Uil-Fpl, alla Multiecoplast e alla Leukosia, rileva che l’8 marzo è stato proclamato uno sciopero generale nazionale di tutte le categorie pubbliche e private, inoltre lo sciopero, secondo la legge 146/90 va proclamato ben 10 giorni prima, questa astensione dal lavoro prevista il 5 marzo è stata annunciata solo il primo marzo. La commissione nazionale nella contestazione al sindacato fa rilevare come vi sia una violazione della legge 146/90 nei punti che riguardano il “mancato esperimento, prima della proclamazione dello sciopero, delle procedure di raffreddamento”; il “mancato rispetto della regola del preavviso” e il “mancato rispetto della regola della rarefazione oggettiva”, ovvero che non vi siano altri scioperi nello stesso comparto ravvicinati nell’arco di dieci giorni. Per questi motivi la commissione nazionale ha invitato il sindacato a revocare lo sciopero del 5 marzo.

Alla richiesta di revoca da parte della commissione nazionale ha prontamente risposto la Uil-Fpl, con il segretario generale Giuseppe Adamo ed il segretario provinciale Pasquale Calandra. Il sindacato accoglie la richiesta di revoca da parte della commissione nazionale, ma allega una corposa documentazione. La Uil-Fpl fa rilevare come lo stato di agitazione dei lavoratori fu dichiarato il 3 dicembre 2018. A seguito di questa dichiarazione la Prefettura di Enna convocò le parti il 14 dicembre 2018. I datori di lavoro, Multiecoplast e Leukosia, in quell’incontro dichiararono di aver pagato nella stessa giornata la mensilità di settembre e si impegnarono a corrispondere un’altra mensilità entro il 31 dicembre e di pagare le restanti mensilità, maturate fino al 28 febbraio 2019, entro il 31 marzo dello stesso anno. Promessa disattesa in quanto con ritardo pagò solo la tredicesima mensilità e solo ad alcuni lavoratori. Le parti, pur permanendo lo stato di agitazione, si erano anche impegnate ad effettuare un ulteriore incontro il 31 gennaio 2019, ma anche questo impegno fu disatteso dai datori di lavoro.

Nel frattempo gli operai hanno garantito in questi mesi lo svolgimento del servizio, ma le mensilità non sono state pagate, anzi la situazione si è ulteriormente aggravata in quanto nel frattempo sono maturate le mensilità di gennaio e febbraio che si sono aggiunte a quelli di ottobre, novembre e dicembre.

Da questo ennesimo smacco ai danni dei 15 operatori ecologici di Nicosia nacque la decisione di occupare pacificamente la stanza del sindaco all’inizio del mese di febbraio. L’amministrazione comunale di Nicosia riconoscendo le giuste rivendicazioni dei lavoratori attuò la procedura prevista dall’articolo 30 del codice degli appalti pagando, tramite anticipazione su quanto dovuto alle ditte, due mensilità ai lavoratori.

Appare chiaro, secondo quanto scrive il sindacato, che non può essere il Comune a sostituirsi al datore di lavoro, che ancora persiste nel tranquillizzare i lavoratori con risposte aleatorie. Da parte loro i lavoratori non sanno come garantire il sostentamento alle loro famiglie e per questo motivo, pur aderendo al rinvio dello sciopero, attiveranno le procedure legali per recuperare quanto loro spetta delle mensilità maturate e non corrisposte.

 


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