Il Comune di Cerami ha stanziato 2000 euro per la riapertura del Tribunale di Nicosia

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Le istituzioni del Comune di Cerami, amministrazione e consiglio comunale, da sempre sono state in prima fila prima per il salvataggio del Tribunale di Nicosia ed oggi per la riapertura in via sperimentale dell’ex presidio di giustizia.

Lo dimostrano i numerosi documenti delibere ed atti sempre in favore del mantenimento del presidio di giustizia, anche con la presenza costante dei suoi rappresentanti, il sindaco Michele Pitronaci ed il presidente del consiglio, Augusto Mongioj, in incontri, convegni e riunioni, per la salvaguardia del diritto dei cittadini alla giustizia di prossimità.

Nei giorni scorsi la giunta comunale ha approvato le variazioni al bilancio di previsione 2018, ricordiamo che il Comune di Cerami è stato il primo in Sicilia ad approvarlo, tra queste variazioni spicca tra le altre l’accensione di un apposito capitolo di bilancio che riguarda proprio l’apertura in via sperimentale del Tribunale di Nicosia, Il capitolo prevede una somma di 2000 euro, si tratta di una compartecipazione alle spese per la gestione del presidio di giustizia. Il 16 aprile il consiglio comunale di Cerami approverà questa variazione al bilancio.

Dal mese di novembre 2017 si sono svolti diversi incontro, non solo Nicosia, ma anche nei Comuni del circondario dell’ex Tribunale di Nicosia, tra cui Cerami. Si è anche costituito un Comitato per la riapertura in via sperimentale del tribunale, che in questi mesi ha organizzato incontri e convegni per far comprendere la portata di questa nuova iniziativa.

L’articolo 8 comma 4-bis del decreto legislativo 155/2012 (decreto che chiuse i tribunali minori), prevede la possibilità di riapertura di questi tribunali, attraverso una convenzione tra Ministero della giustizia e la Regione Siciliana, utilizzando gli stessi immobili, il bilancio della Regione si accollerebbe integralmente le spese di gestione e manutenzione degli immobili e di retribuzione del personale di servizio. Secondo uno studio del Comitato per la riapertura del tribunale, questo nuovo presidio di giustizia sperimentale potrebbe occuparsi quasi del 90% di tutti i processi penali e civili. In pratica avvocati, testimoni, parti private, forze dell’ordine, non si sposterebbero ad Enna. Le spese calcolate ammonterebbero tra i 50.000 ed i 70.000 euro l’anno.

Nella norma non è previsto alcun contributo economico da parte dei Comuni facenti parte del distretto giudiziario. L’atto compiuto dal Comune di Cerami, segue quello compiuto la settimana scorsa dal Comune di Sperlinga e sono significativi della volontà e della speranza di un’intera popolazione di rivedere riaperto un simbolo della giustizia di prossimità sul territorio.

 


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