Leonforte, «Operazione Blood Brothers », sgominato dalla Polizia di Stato un gruppo criminale dedito alla commissione dei reati di usura ed estorsione – VIDEO

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All’alba del 20 aprile, la Polizia di Stato, a conclusione di un’articolata e complessa attività investigativa, ha eseguito quattro misure cautelari in esecuzione di ordinanza applicativa della custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Enna, Luisa Maria Bruno, su richiesta del pubblico ministero titolare dell’indagine, presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, Francesco Rio.

I tre arrestati sono: il 48 enne Carmelo Maimone Baronello, il 52 enne Angelo Maimone Baronello e il 42 enne Carmelo Rinaldi, tutti residenti a Leonforte. Emessa una misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per il 28 enne leonfortese B.G..

Carmelo Maimone Baronello è accusato di usura con l’aggravante di aver agito nei confronti di persone in stato di bisogno, inoltre con più azioni minacciava di pestaggi per costringere le diverse vittime al pagamento di somme di denaro a titolo di capitale ed interessi usurari. Deteneva illegalmente, diverse armi da sparo, 15 munizioni calibro 7,65 ed una cartuccia calibro 12, caricata a pallettoni. B.G. è accusato di aver ceduto ad Angelo Maimone Baronello una pistola,

Angelo Maimone Baronello è accusato di aver detenuto una pistola cedutagli da Giuseppe Bannò e per avere, illegalmente detenuto, occultati in un luogo pubblico tre pistole, una calibro 7,65, una 6,35 ed una 357 magnum.

Angelo Maimone Baronello e Carmelo Rinaldi detenevano illegalmente, occultati in luogo pubblico, un fucile tipo doppietta, calibro 12, privo di marca, con cani esterni e canne mozze, un fucile tipo doppietta, calibro 12, privo di marca, con cani esterni e canne mozze, arma alterata e quindi da considerarsi clandestina.

Carmelo e Angelo Maimone Baronello detenevano un fucile calibro12, privo di marca, ed una pistola calibro 7,65, marca “Bernardelli” con matricola abrasa, una pistola calibro 7,65, marca “Bernardelli” con matricola abrasa e quindi da considerarsi clandestina; inoltre acquistavano e comunque ricevevano un fucile calibro 12, privo di marca, compendio di furto  ed una pistola marca “Bernerdelli” con matricola abrasa, 28 cartucce calibro 12, di diverse marche, 14 cartucce calibro 12, di diverse marche, un fucile calibro 12, privo di marca, risultato rubato, una pistola calibro 7,65, marca “Bernardelli” con matricola abrasa, 4 caricatori ognuno dei quali con 8 cartucce, marca Fiocchi, calibro 7,65, per un totale di 32 cartucce, un pacco di cartucce, calibro 7,65, marca Fiocchi contenente 49 cartucce, 86 cartucce calibro 7,65.

L’articolata e complessa attività investigativa svolta dal personale della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di P.S. di Leonforte ha consentito di accertare l’attività di un gruppo criminale operante a Leonforte e nelle zone limitrofe, dedito alla commissione dei reati di usura ed estorsione anche  nei confronti di persone in stato di bisogno. Il gruppo poteva  contare sulla forza intimidatrice derivante dal possesso di un discreto arsenale di armi, parte del quale veniva rinvenuto e sequestrato nel corso delle investigazioni. A testimonianza della pericolosità e della mancanza di scrupoli del gruppo criminale venivano accertati, inoltre, diversi tentativi di estorsione posti in essere ai danni delle medesime vittime, le quali, spesso, erano costrette, con forza e minacce, a cedere denaro agli indagati.  L’emissione dell’ordinanza è il risultato di un’articolata e complessa indagine che trae origine dalle informazioni acquisite dal personale del Commissariato di P.S. di Leonforte, in ordine ad un giro di “usura” praticata da Carmelo Maimone Baronello, svolto anche in concorso con altri soggetti.

La conseguente attività tecnica, telefonica e ambientale, a carico degli indagati, supportata dai classici servizi di pedinamento ed osservazione, consentiva di riscontrare l’iniziale ipotesi investigativa e di acquisire consistenti elementi indizianti a carico di Carmelo Maimone Baronello il quale era solito prestare, anche in concorso di altri collaboratori,  a diversi “clienti” somme di denaro, più o meno ingenti, applicando, poi, tassi di interesse certamente non legali e quasi sempre approfittando del loro stato di bisogno. Carmelo Maimone Baronello era solito chiedere la restituzione del denaro e degli interessi applicati con toni adirati, minacciando spesso  le vittime  anche di ripercussioni fisiche ed avvalendosi al fine di ottenere il suo scopo della considerazione di cui gode negli ambienti criminali leonfortesi e delle zone limitrofe, circostanza, questa,  che  incuteva notevole timore  tra le vittime. Nel corso delle investigazioni si accertava che Carmelo Maimone Baronello già da tempo cedeva denaro a molte persone, tutte in particolare stato di indigenza e impossibilitate ad accedere a crediti presso istituti bancari e finanziari; veniva, inoltre, accertato che parecchie vittime si rivolgevano all’odierno arrestato in evidente stato di necessità, dovendo con quel denaro acquistare beni di prima necessità. Il Maimone Baronello era solito richiedere un “surplus” di interessi pari al cento per cento, tasso che saliva ulteriormente nel caso in cui tra il prestito e la restituzione intercorreva un lungo lasso di tempo.

Oltre agli episodi di usura accertati e riscontrati, gli operatori del Commissariato di P.S. di Leonforte rilevavano anche l’esistenza di diversi prestiti di somme di denaro a molte altre persone dei quali, attesa la mancanza di elementi utili a riscontrare l’ammontare iniziale del capitale, la somma finale restituita e il lasso di tempo intercorso tra il prestito e la restituzione, non si poteva accertare la natura usuraria, ma, tuttavia, si poteva accertare che tali prestiti venivano effettuati in  evidente violazione delle vigenti regole di concessione di finanziamento bancario nei confronti di privati. L’attività di indagine è stata svolta quasi senza l’ausilio o collaborazione delle vittime, atteso che solo una di esse ha proceduto a denunciare i fatti presso gli uffici di polizia, manifestando, tuttavia,  particolari timori di eventuali ritorsioni da parte degli indagati, perché conosciuti come persone violente e pericolose.

L’indagine ha permesso di appurare, inoltre, una  “faida “ familiare tra due degli odierni arrestati, i fratelli Carmelo e  Angelo Maimone Baronello e un terzo fratello, legata alla suddivisione di beni, motivo per il quale sia Carmelo che Angelo, in diverse conversazioni, si lasciavano andare a minacce, anche di morte, nei confronti del fratello e di soggetti a lui vicini.

L’interpretazione complessiva delle numerose conversazioni intercettate, suffragata da mirati servizi di P.G., quali appostamenti, pedinamenti e perquisizioni, ha permesso, inoltre, di dimostrare come gli odierni indagati fossero in possesso anche di numerose armi da fuoco

Lo stesso Angelo, inoltre, in occasione dell’arresto di Salvatore Mingari Favvento, effettuato da personale del Commissariato di P.S. di Leonforte e della Squadra Mobile di Enna nel maggio 2017, nell’ambito dell’operazione denominata “Muuds weeds too”, nel commentare la notizia asseriva esplicitamente di essere stato lui a cedere al Mingari un fucile, arma effettivamente rinvenuta da personale del Commissariato di P.S. di Leonforte nel luglio 2014, nel corso di una perquisizione che a sua volta, cedutagli da Carmelo Rinaldi.

Al fine di riscontrare e documentare la detenzione e il possesso delle predette armi il personale della Squadra di Polizia giudiziaria effettuava, infatti,  due perquisizioni domiciliari presso l’azienda agricola a Nissoria in contrada Cipolla, una nel mese di giugno e una nel mese di ottobre del 2017.

Nel corso delle fruttuose attività di perquisizione, inoltre, si evidenziava la particolare tecnica di occultamento delle armi posta in essere dai fratelli Maimone Baronello e dai loro collaboratori, i quali erano soliti interrare le armi in punti isolati dei terreni, occultandole all’interno di tubi di gomma.

Nell’ambito della complessiva attività sono stati indagati diversi altri soggetti per i quali non sono state, tuttavia, emesse misure cautelari.

Gli arrestati, catturati dal Commissariato di P.S. di Leonforte, dopo gli adempimenti di rito, venivano collocati, presso la casa circondariale di Enna , come disposto dalla Procura della Repubblica di Enna, che ha coordinato brillantemente le indagini, nelle persone dei sostituti Francesco Rio e Orazio Longo.

 

 


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