Lite familiare a Pietraperzia conclusa a colpi di pistola. Giovane arrestato dalla Polizia di Stato

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Nella nottata tra l’11 ed il 12 luglio, gli uomini della squadra mobile di Ennaunitamente agli uomini dell’Upgsp., dell’ufficio servizi della Questura di Enna e del Commissariato di P.S. di Piazza Armerina, hanno arrestato per tentato omicidio, per minaccia aggravata, per porto e detenzione illegale di armi da sparo, ricettazione e per esplosioni pericolose il 20 enne di Pietraperzia, Christian Arnone, con precedenti di polizia.

In particolare, l’Arnone litigava per l’ennesima volta con la compagna, a causa di futili motivi. Il fratello di lui, che abita nella casa accanto, sentendo i lamenti della cognata, e percependoli come particolarmente disperati rispetto alle altre volte, decideva di intervenire nel tentativo di riappacificare gli animi.

Scoppiava, però, una furibonda lite fra i due fratelli. Volavano insulti e qualche schiaffo, poi Christian Arnone si allontanava e andava a prendere una pistola nascosta. Nel frattempo il fratello dell’odierno arrestato rientraba presso la sua abitazione, ma affacciandosi dal balcone, vedeva Christian ritornare, brandendo una pistola. Quest’ultimo, evidentemente infastidito dalla precedente “intromissione” nella lite con la propria compagna, sparava in aria un primo colpo e poi un altro all’indirizzo del fratello, urlando “Ti ammazzo stavolta !”, ma lo mancava miracolosamente e subito dopo si dava alla fuga.

Le pattuglie più vicine in quel momento erano quelle della Questura di Enna le quali si trovavano proprio a Pietraperzia per particolari servizi di vigilanza predisposti dal Sig. Questore di Enna.

I poliziotti intervenivano subito sul luogo della sparatoria, ma dell’uomo con la pistola non c’era inizialmente traccia, a parte un primo bossolo calibro 9 sulla strada.

C’erano, però, i suoi parenti, sconvolti e terrorizzati. C’era anche la moglie del fratello minacciato, all’ottavo mese di gravidanza, la quale, a seguito del forte spavento, era costretta a recarsi in ospedale per accertamenti medici.

A quel punto da Enna partivano gli uomini della squadra mobile i quali, in ausilio al personale già sul posto, si lanciavano alla ricerca del fuggitivo.

Una sola volante rimaneva presso l’abitazione dei due fratelli ed è proprio al personale di questo equipaggio che, all’improvviso, si presentava il ricercato. Voleva tornare a casa, ma i poliziotti lo bloccavano immediatamente. Della pistola, però, non c’è traccia.

Così, si svolgevano le prime indagini, si apprendono tutte le testimonianze dei presenti, in particolare circa la paura del fratello minacciato che, a questo punto, temeva per la propria vita e per quella dei propri familiari.

Durante la perquisizione i poliziotti trovavano anche una scatola di 50 cartucce calibro 9; mancavano circa una ventina di proiettili, ma il bossolo per terra è verosimilmente uno di questi.

Ogni prova veniva sequestrata e l’uomo veniva arrestato per tentato omicidio, per minaccia aggravata, per porto e detenzione illegale di armi da sparo, ricettazione e per esplosioni pericolose.

Su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Enna, Francesco Lo Gerfo, il giovane Christian Arnone veniva trasportato nella casa circondariale di Enna.

 


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