L’Università Kore di Enna presente a Parigi al Meeting Internazionale sul “Progetto di Monitoraggio dei Pollini nell’Area Mediterranea”

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Presso il Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi, dove è custodita anche una delle più importanti collezioni di  pollini della vegetazione moderna del continente europeo e del bacino del Mediterraneo, si è svolto negli scorsi giorni il Primo Meeting Internazionale sul “Progetto di Monitoraggio dei Pollini nell’Area Mediterranea”; l’Università di Enna “Kore”, a seguito di una convenzione voluta da Giovanni Tesoriere Preside della Facoltà di Ingegneria e Architettura, partecipa a questo progetto dal 2016 nella persona di Rosa Termine in qualità di responsabile di tale monitoraggio in Sicilia, che si effettua anche nella Riserva Naturale Speciale del Lago di Pergusa (gestita dal Libero Consorzio Comunale di Enna).

Al meeting hanno preso parte Università ed Istituti di ricerca dell’intera area mediterranea (per l’Italia,  oltre alla Kore, è stato presente Tommaso La Mantia, dell’Università di Palermo, responsabile del monitoraggio nell’Isola di Pantelleria) allo scopo di presentare i risultati iniziali dello studio scientifico, contribuire al miglioramento della standardizzazione della tecnica di  monitoraggio in ciascuno dei siti di campionamento ed implementare la rete internazionale dei ricercatori attivi in tale campo di ricerca.

“Il progetto, coordinato da Nathalie Combourieu-Nebout Dirigente di Ricerca del Centre National de la Recherche Scientifique francese, vede la partecipazione di Francia, Marocco, Algeria, Tunisia, Libano, Cipro, Grecia, Malta e Italia. Tale studio ha lo scopo ambizioso di valutare nel bacino del Mediterraneo i rapporti tra biodiversità vegetale e clima durante il passato, il presente ed il futuro, attraverso le serie dei dati raccolti durante il monitoraggio del polline; si tratta di una ricerca a lungo termine che permetterà di elaborare ed incrociare i dati rilevati nei diversi siti dell’area mediterranea per comprendere come le piogge polliniche rispondono allo stress climatico, infatti dai primi dati comunicati emergono alcune situazioni di criticità che riguardano ad esempio l’effetto delle prolungate siccità estive sulla funzionalità dei boschi di querce mediterranee” dichiara la biologa della Kore.

Gli impatti del cambiamento climatico si esplicano sia sui sistemi umani sia sui sistemi naturali, che tra l’altro forniscono una miriade di beni e di servizi all’umanità. A livello internazionale, si riconosce chiaramente l’urgente necessità di intervenire su tale fenomeno con strategie di mitigazione come la riduzione progressiva delle emissioni dei gas climalteranti, tanto che nella COP 24 (Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico, organizzata dalle Nazioni Unite a Katowice in Polonia e che si è appena conclusa) sono stati decisi i nuovi e più restrittivi criteri con cui i singoli Paesi misureranno le emissioni di anidride carbonica e valuteranno l’efficacia delle misure di contrasto del cambiamento climatico.

 


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