Nicosia, assolto in appello Francesco La Giglia dal reato di violenza sessuale

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E’ stata emessa nel tardo pomeriggio del primo ottobre la sentenza dalla seconda sezione penale della Corte d’Appello di Caltanissetta, con la quale Francesco La Giglia, consigliere comunale di Nicosia, è stato assolto dal reato di violenza sessuale.

Durante l’udienza dell’1 ottobre il Procuratore generale aveva chiesto la condanna di La Giglia a 4 anni e mezzo, sostanzialmente riprendendo la richiesta del pubblico ministero che in primo grado aveva prodotto la stessa istanza.

I difensori di La Giglia, gli avvocati Filippo Giacobbe e Giuseppe Mormino hanno smontato la tesi accusatoria e della parte civile, che secondo i legali dell’accusato “presentava tante lacune e nessun supporto probatorio”. Soddisfatto l’avvocato Filippo Giacobbe: “dal punto di vista umano, prima che professionale, sono soddisfatto dell’esito del processo d’appello, non ho mai creduto fin dal primo momento alle accuse nei confronti di La Giglia. Anche dopo la sentenza di condanna in primo grado ho creduto nelle affermazioni del mio assistito e questi fatti ci hanno dato ragione”.

Giungono anche le dichiarazioni da parte dell’avvocato Salvatore Timpanaro, parte civile nel processo: “Prendiamo atto della decisione della Corte d’Appello che riteniamo ingiusta ed erronea e che impugneremo in Cassazione, non appena depositate le motivazioni. In primo grado il Pubblico ministero, ritenendo applicabile una pena base di sei anni e nove mesi, aveva chiesto la condanna dell’imputato a 4 anni e mezzo, in conseguenza della riduzione per la scelta del rito abbreviato. Il Gup presso il Tribunale di Enna aveva inflitto in primo grado una condanna ad un anno e 4 mesi. All’udienza di ieri il Procuratore generale ha sollecitato un aggravamento di pena nella medesima misura di 4 anni e mezzo. E’ probabile, pertanto, che anche il Procuratore generale proporrà ricorso per Cassazione. Sarà, pertanto, la Suprema Corte a dire l’ultima parola sulla vicenda”.

I fatti sono accaduti all’alba del 5 aprile 2015, giorno di Pasqua. La signora Teramo si era recata in un noto locale cittadino insieme al marito e ad una coppia di amici; era presente nel locale anche Francesco La Giglia. Il periodo era quello pre-elettorale ed i due si erano incontrati precedentemente in una riunione politica in cui si era discusso, tra l’altro, del candidato sindaco per il terzo polo. I due dopo aver scambiato qualche parola, infastiditi dall’alto volume della musica e dal brusio all’interno del locale, che non permettevano di discutere, si allontanavano per continuare la discussione al di fuori della confusione.  Non appena fuori dal locale, secondo quanto raccontato dalla donna, La Giglia avrebbe strattonato e trascinato Teresa Teramo in piazzetta Caprini, distante pochi metri dal locale e avrebbe tentato un approccio sessuale non consenziente nei confronti della donna. La signora si sarebbe difesa gridando e divincolandosi, ma nessuno avrebbe ascoltato le sue grida d’aiuto, alla fine sarebbe riuscita a divincolarsi e a ritornare nel locale. Nei giorni successivi, era  seguita la denuncia presso la locale stazione dei carabinieri ed i militari dell’Arma avevano iniziato una serie di indagini coordinate dal pubblico ministero del Tribunale di Enna Lo Cascio. Francesco La Giglia si è sempre professato innocente.

Nel novembre del 2015 ci fu la richiesta di rinvio a giudizio che giunse nel febbraio del 2016. Il processo di primo grado dinnanzi al Tribunale di Enna terminò nell’ottobre del 2016 con la condanna di Francesco La Giglia ad un anno e 4 mesi. A distanza di due anni dalla sentenza di primo grado è giunta la sentenza di assoluzione per il reato di violenza sessuale.

 


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