Operazione antidroga “L’anno del Gallo”, arrestati dalla Polizia di Stato a Catania e Leonforte quattro uomini – VIDEO

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La Polizia di Stato, nei giorni scorsi, ha eseguito quattro arresti tra Catania e Leonforte, in esecuzione del provvedimento del pubblico ministero titolare dell’indagine presso la Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta – in esito all’epilogo della vicenda cautelare di alcuni fra gli indagati dell’operazione “L’Anno del Gallo” dell’aprile scorso.

In particolare sono finiti in carcere il 48 enne Francesco Balsamo residente a Catania ed il 43 enne Enrico Pizzuto residente a Leonforte. Sono stati posti agli arresti domiciliari il 30 enne Corrado Conti ed il 28 enne Giuseppe Bannò.  Tutti gli indagati, a vario titolo acquistavano, ricevevano, illecitamente detenevano e cedevano a terzi cocaina e marijuana  a Catania e Leonforte nel 2016.

L’articolata e complessa attività investigativa svolta alacremente e con costanza dagli uomini della Sezione “Antidroga e Contrasto al Crimine Diffuso” della Squadra mobile di Enna e della squadra di Polizia giudiziaria del Commissariato di P.S. di Leonforte aveva consentito di accertare l’esistenza di una ramificata ed attiva rete di soggetti dediti al traffico ed allo spaccio di marijuana e cocaina, che operava nei comuni di Leonforte e Catania.

L’indagine traeva origine da quanto emerso in un diverso procedimento penale, dal quale si apprendeva che uno dei soggetti indagati si riforniva frequentemente di sostanza stupefacente, da noti spacciatori, soggetti fra l’altro, già indagati nell’operazione convenzionalmente denominata “L’Anno del Drago”.

In particolare, nell’indagine “L’Anno del Gallo” si riusciva a documentare l’esistenza di un gruppo criminale, gestito ed organizzato da Enrico Pizzuto che, avvalendosi della collaborazione di alcuni pusher locali, riusciva sia ad approvvigionarsi di marijuana e cocaina presso alcuni fornitori etnei che a curarne la successiva immissione sul mercato locale.

L’attività di indagine di intercettazione telefonica ed ambientale, supportata anche dai classici metodi investigativi (attività di appostamento e pedinamento), consentiva di dimostrare che il Pizzuto si occupava dell’approvvigionamento della droga, curandone poi anche la distribuzione tra i vari pusher per la conseguente vendita al dettaglio. Le indagini permettevano, infatti, di acclarare l’esistenza di un rapporto di collaborazione criminale tra il Pizzuto ed una fitta e consolidata rete di altri spacciatori, quali Bannò e Conti, quest’ultimi dediti, soprattutto, al confezionamento ed allo spaccio dello stupefacente, nonché il secondo anche per gli approvvigionamenti.

Per il rifornimento della cocaina e della marijuana, Pizzuto si rivolgeva prevalentemente a diversi “fornitori” ed in particolare al catanese Francesco Balsamo, soggetto già condannato nell’ambito dell’operazione denominata “NickName”.

L’attività di riscontro operata sul territorio, consentiva sia di cristallizzare e documentare la complessa e articolata attività criminosa, sia di accertare molteplici cessioni di stupefacente verso gli acquirenti, molti dei quali noti come consumatori abituali di droghe.

Nell’aprile scorso gli indagati dell’operazione “L’Anno del Gallo” destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare venivano catturati dai poliziotti della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. di Leonforte, nel corso di una complessa operazione che vedeva anche l’esecuzione di altre misure cautelari di minore entità.

Successivamente all’esecuzione dell’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale, il pubblico ministero titolare del procedimento proponeva appello circa il non riconoscimento del Gip. in ordine alla sussistenza del vincolo associativo per gli indagati Bannò, Conti e Pizzuto. L’appello presentato dal pubblico ministro veniva accolto dal Tribunale del Riesame di Caltanissetta che, riconoscendo la sussistenza del vincolo associativo, applicava agli indagati una misura cautelare più grave rispetto a quella a cui erano già stati sottoposti nel corso della prima fase dell’indagine o di cui non erano mai stati destinatari. Conseguentemente all’emissione del dispositivo, gli indagati proponevano, a loro volta, ricorso alla Suprema Corte di Cassazione, la quale lo respingeva, rendendo esecutivo il provvedimento del Tribunale del Riesame di Caltanissetta.

Per tali motivazioni il personale della 4^ Sezione “Antidroga e Contrasto al Crimine diffuso” della Squadra mobile e della squadra di Polizia giudiziaria del Commissariato di P.S. di Leonforte, dava esecuzione alla decisione del Tribunale del Riesame, arrestando i destinatari della misura cautelare i quali, dopo gli adempimenti di rito, venivano associati alle Case circondariali dell’Isola o collocati agli arresti domiciliari, come disposto dalla Procura della Repubblica Distrettuale Antimafia presso il Tribunale di Caltanissetta, che ha coordinato brillantemente le indagini.

 


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