A Cerami, cittadina dalle radici profonde e tradizioni secolari, nonostante il culto verso i santi sia più curato nel periodo estivo, con sfarzo processionale e valenze folkloristiche, è consuetudine, da secoli, festeggiare i venerati protettori anche nel ciclo invernale, in coincidenza puntuale con gli anniversari di calendario dedicati ai rispettivi santi.
In tale contesto sta per essere rievocata, il prossimo 17 gennaio, la festa di Sant’Antonio Abate, al cui culto è associata l’offerta del “Circu”, una struttura a forma di cono, costruita in legno, ricoperta di rami di alloro e riccamente guarnita di arance e “cuddùri” (ciambelline di pane a forma di corona) da spartire ai fedeli, dopo averli fatti benedire dal prete. “U circu”, una volta addobbato, viene portato nel piazzale antistante la chiesa e appeso con delle corde tra due cantonali. Quindi viene abbassato e alzato in continuazione per l’“assalto” dei ragazzi che con destrezza fanno a gara per accaparrarsi qualcosa di ciò che vi è attaccato.
Vi è anche l’usanza di lanciare, dalla sommità del campanile della chiesa e verso la folla di persone accorse per vedere il tramandato rito del “Circu, fazzoletti ripieni di confetti e caramelle che fanno la gioia dei bambini.
Più che “albero della cuccagna”, “U Circu” (manifestazione unica e rara) rievoca, sull’esempio dell’agape cristiana e sotto l’occhio benevolo del Santo, l’abitudine della carità ai poveri, ove si consideri la fame dei tempi lontani ormai passati.
Come ogni anno, nel programma dei festeggiamenti vi è compreso il rito di benedizione dei prodotti della Terra, dell’Aria, del Fuoco (nella civiltà contadina elemento utilizzato generalmente per fare festa, luce, calore) e degli Animali (domestici) per ringraziare Dio, con l’intercessione di Sant’Antonio Abate, per la generosità del Creato.
L’appuntamento con gli eventi della tradizione invernale ceramese proseguirà lunedì 20 gennaio con le funzioni religiose devozionali in onore di San Sebastiano martire accompagnate da campane a festa e rullo di tamburi in occasione della “A calata du Circu” che si svolge presso l’omonima piazza San Sebastiano, con modalità coinvolgenti identiche a quelle già prima descritte.
A seguire, il 3 Febbraio, ci si appresta a celebrare e a rendere omaggio alla figura di San Biagio, protettore della gola. Anche in tale ricorrenza è racchiusa l’azione scenica simbolica della “Calata du Circu” e della distribuzione di ciambelle di pane (“cuddùri”) e arance benedetti.
Se questi antichissimi riti, insieme alle tante altre più solenni feste, sono giunte ai giorni nostri e continuano indenni ad essere vissuti con grande partecipazione da tutta la comunità, si deve al grande impegno profuso dagli aderenti iscritti alle varie confraternite (“ordo fraternitas”) e alla loro devozione verso il proprio santo protettore. Caratteristiche comuni: il senso di appartenenza, di espressione della credenza cristiana, di esaltazione delle tradizioni, conservazione e promozione del patrimonio (materiale e immateriale), nel rispetto della storia del territorio e dell’identità della comunità locale.
Carmelo Loibiso
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