Acquaenna. Il M5S denuncia ancora una volta la mancata restituzione del deposito cauzionale

Condividi l'articolo su:

Alla luce della sentenza emessa dal Tribunale di Enna a seguito dell’impugnazione della pronuncia del Giudice di Pace, ribadiamo l’illegittimità della richiesta, da parte di AcquaEnna s.c.p.a., del pagamento del deposito cauzionale agli utenti che lo avevano già corrisposto ai precedenti gestori del Servizio Idrico Integrato”. A dichiaralo i consiglieri comunali di Enna Cinzia Amato e Davide Solfato e il senatore Fabrizio Trentacoste, del Movimento 5 Stelle.

Il Tribunale, – continuano i tre portavoce – ha ribadito che l’utente non ha l’obbligo di versare un deposito cauzionale già a suo tempo versato, rifacendosi alla delibera dell’Autorità per l’Energia e il Gas (AEEG) del 28 febbraio 2013 n. 86/2013/R/IDR, che disciplina il deposito cauzionale per il SII e dalla quale si desume che lo stesso può essere richiesto solo per i nuovi contratti. Nella sentenza, inoltre, si richiama l’accordo tra EAS (che nel caso in questione era il precedente gestore) e AcquaEnna, – alla stregua del quale gli utenti che cessano l’utenza sono tenuti a richiedere ad AcquaEnna la restituzione della cauzione a suo tempo versata da EAS, –  desumendosi chiaramente il rapporto di continuità tra le due società degli obblighi relativi versamento e mancato versamento e restituzione del deposito cauzionale”.

Più complessa la problematica con l’altro gestore, l’ASEN, – vanno avanti Amato, Solfato e Trentacoste – oggetto di una nostra denuncia alla Corte dei Conti, in ordine alla quale si attende ancora di sapere che fine abbiano fatto le somme accantonate a titolo di deposito cauzionale che, come emerge dalla relazione del liquidatore, non risultano più nella disponibilità della società in liquidazione dal 2008, ma per cui vale lo stesso principio più volte affermato dall’autorità giudiziaria: il deposito cauzionale precedentemente versato non può essere nuovamente richiesto agli utenti”.

In conclusione, i due consiglieri e il senatore: “Ricordiamo che questo è solo uno dei tanti ‘disservizi’ e, oseremmo dire, ‘abusi’ del gestore ennese, da noi più volte denunciati in tutte le sedi competenti, ma niente e nessuno sembra riuscire a fermare questa malagestione del servizio idrico nella nostra provincia.

A nulla sono servite le sentenze dei Giudici di Pace di Enna emesse finora, ne gli esposti alla Corte dei Conti; a quanto pare, non è sufficiente neanche la sentenza del giudice di secondo grado: per AcquaEnna continuano a non valere i principi di diritto e di legalità di uno Stato democratico”.

 


Condividi l'articolo su: