Acquaenna nel mirino: il Forum dei Movimenti per l’Acqua chiede la risoluzione del contratto dopo i rinvii a giudizio

Logo Forum Siciliano dei Movimenti per lAcqua e i Beni Comuni
Condividi l'articolo su:

Il Forum Siciliano dei Movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni ha lanciato un ultimatum alle istituzioni locali e regionali: è tempo di chiudere definitivamente i rapporti con Acquaenna scpa, il gestore privato del servizio idrico integrato della provincia di Enna. La richiesta, formalizzata attraverso un’istanza urgente indirizzata ai sindaci, all’ATI di Enna e al Libero Consorzio Comunale, arriva dopo che i vertici della società sono stati rinviati a giudizio per gravi ipotesi di reato.

Una storia di inadempienze lungo un decennio

La vicenda affonda le radici nel 2015, quando la Regione Siciliana, con la legge regionale 19/2015, aveva già previsto strumenti per accertare le inadempienze dei gestori idrici. Nel 2018, con decreto presidenziale, fu istituita una Commissione Tecnica presso l’ATO Idrico di Enna proprio per verificare eventuali irregolarità di Acquaenna. Tuttavia, nel marzo 2019, nonostante le numerose segnalazioni di comitati e cittadini, la Commissione concluse a maggioranza che non esistevano motivi sufficienti per risolvere il contratto.

Unica voce dissenziente fu quella del dottor Carlo Garofalo, rappresentante dei Comitati Cittadini Ennesi e portavoce del Forum, che già allora aveva evidenziato “inadempienze e anomalie” che oggi, alla luce degli sviluppi giudiziari, appaiono profetiche.

I rinvii a giudizio cambiano lo scenario

La situazione è drasticamente cambiata grazie al lavoro investigativo di Assoconsumatori Enna e del comitato “Senz’Acquaenna”. I vertici di Acquaenna, alcuni dirigenti e persino amministratori locali sono stati rinviati a giudizio per accuse gravissime, tra cui inadempimento di contratti nelle forniture pubbliche (art. 355 del Codice Penale) e violazioni ambientali. Si tratta di reati che, se confermati, secondo il Forum legittimerebbero la risoluzione immediata del contratto ai sensi del Codice Civile e del Codice dei Contratti Pubblici.

A questa situazione si aggiunge il caso del bonus sociale idrico 2021-2022: ritardi ingiustificati nell’erogazione che hanno penalizzato gli utenti più fragili, attribuiti dalla stessa Acquaenna a “cattivo funzionamento del software di gestione”. Una giustificazione che il comitato “Senz’Acquaenna” ha contestato attraverso una class action contro il gestore.

Le richieste del Forum: verso la gestione pubblica

Il Forum non si limita a denunciare, ma propone un’alternativa concreta. L’organizzazione chiede alle istituzioni di avviare un percorso di fuoriuscita dalla gestione privata per approdare a una gestione interamente pubblica del servizio idrico integrato, “nel rispetto del principio di non profit, della trasparenza, del controllo democratico e della partecipazione degli utenti”.

Le richieste formali presentate sono quattro e precise: riapertura immediata del procedimento di verifica tecnica su Acquaenna; attivazione della procedura di risoluzione del contratto per grave inadempimento; avvio di un’azione risarcitoria per i danni economici, ambientali e sociali subiti; assunzione di responsabilità pubblica e trasparente da parte di ATI, sindaci e Libero Consorzio sulla vicenda giudiziaria.

Il silenzio delle istituzioni

Particolarmente critico appare il ruolo delle istituzioni locali. Il Forum denuncia il “silenzio di ATI, dei Comuni e del Libero Consorzio”, enti che invece dovrebbero vigilare sul corretto adempimento delle obbligazioni contrattuali e tutelare l’interesse pubblico. Una responsabilità che diventa ancora più evidente alla luce del fatto che il Libero Consorzio Comunale di Enna risulta “persona offesa” nel procedimento penale in corso.

“Da dieci anni segnaliamo problemi ignorati. Nel 2015 si poteva agire, e si è scelto di non farlo. Ora non ci sono più alibi: le istituzioni hanno il dovere di intervenire. La gestione dell’acqua è un bene pubblico, non un affare privato”, ha dichiarato il Forum in una nota che suona come un atto d’accusa verso chi avrebbe dovuto tutelare i cittadini.

La vicenda Acquaenna rappresenta un caso emblematico di come la gestione privatizzata dei servizi pubblici essenziali possa generare conflitti prolungati tra interessi privati e diritti dei cittadini. La risposta delle istituzioni a questa nuova istanza del Forum sarà decisiva per comprendere se, dopo un decennio di segnalazioni, si sia finalmente pronti a mettere al centro l’interesse pubblico.



Condividi l'articolo su: