Assoconsumatori denuncia lo scandalo depurazione a Nissoria, cittadini pagano per un servizio inesistente

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Un caso di presunta fatturazione irregolare è stato denunciato all’ATI 5 di Enna riguardante il depuratore “Panuzzi” di Nissoria. Secondo una lettera aperta inviata da Giuseppe Bruno, delegato provinciale di Assoconsumatori, circa 70 famiglie della zona Contrada Croce avrebbero pagato per anni il servizio di depurazione delle acque reflue senza che questo venisse effettivamente erogato.

La denuncia, indirizzata al presidente dell’ATI 5 Enna, ai sindaci del territorio, al prefetto e al Procuratore di Enna, mette in luce come il gestore del Servizio Idrico Integrato, Acquaenna, abbia continuato a emettere fatture comprendenti il costo della depurazione nonostante il depuratore “Panuzzi” risultasse non operativo almeno dal 2010, come emergerebbe dal “Progetto Conoscenza” redatto dalla stessa società e approvato dall’allora ATO.

La questione è emersa quando un cittadino, venuto a conoscenza della situazione, ha richiesto il rimborso delle somme indebitamente pagate. La risposta del gestore è stata di restituire solo gli importi relativi agli ultimi due anni, considerando gli altri prescritti.

Nella sua segnalazione, Bruno ricorda che la Sentenza della Corte Costituzionale 335/2008 stabilisce chiaramente che un servizio non reso non deve essere pagato. Inoltre, cita documentazioni dei consulenti tecnici nominati dalla Procura, a seguito di una precedente denuncia, che confermerebbero come il depuratore non fosse operativo almeno dal 2016. Anche l’ARPA di Enna, nell’ambito delle proprie attività di controllo, avrebbe attestato la non operatività dell’impianto.

L’associazione chiede ora all’ATI, che secondo lo statuto ha il compito di controllare l’operato del gestore del servizio idrico, di attivarsi per far restituire a tutti i cittadini coinvolti le somme indebitamente introitate, comprensive di interessi.

La lettera fa anche riferimento a presunti atti illegittimi del passato, riguardanti la stessa procedura di aggiudicazione del servizio idrico, con la nomina contestata di un RUP che avrebbe avuto legami recenti con società del gruppo vincitore dell’appalto.

L’associazione ha richiesto di partecipare alla riunione dei Sindaci dell’ATI chiamati a discutere sulla questione, invocando le norme del decreto 201/2022 che assicurano “la centralità del cittadino e dell’utente” e favoriscono “forme di partecipazione attiva” nell’organizzazione dei servizi di interesse economico generale.



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