Aveva sottratto tamponi per il covid all’Umberto I di Enna, infermiere denunciato dalla Polizia di Stato

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La Squadra Mobile della Questura di Enna ha denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna per peculato un infermiere professionale dell’Ospedale “Umberto I” di Enna per essersi appropriato di tamponi salivari per la ricerca del virus Covid-19 di proprietà dell’Asp.

Gli investigatori, durante il normale servizio di controllo del territorio, hanno proceduto ad identificare il conducente di un veicolo in compagnia di un passeggero. All’esito di un primo controllo sono emerse alcune violazioni amministrative che venivano prontamente contestate per la successiva segnalazione alla Prefettura. Tra le sanzioni accessorie, rispetto alla violazione amministrativa, vi era anche la sospensione della patente di guida per 15 giorni. Durante la compilazione dei verbali, un agente notava alcune scatole con scritte riconducibili al Covid, pertanto ne chiedeva la provenienza. L’uomo rispondeva di essere un infermiere professionale e di prestare servizio presso l’Ospedale di Enna, aggiungendo di curare proprio questa attività di screening, sia di tipo sierologico che mediante tamponi salivari.

Grazie alla piena sinergia e collaborazione del personale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Enna con gli inquirenti della Squadra Mobile, è stato possibile appurare con certezza che il materiale, poi posto sotto sequestro, era di proprietà della stessa Asp; inoltre veniva accertato che l’infermiere non aveva alcun incarico di effettuare tamponi in quanto addetto ad altro reparto. Chiaramente, i beni strumentali erano stati indebitamente sottratti.

La direzione sanitaria dell’Azienda ha inoltre rappresentato che questi tamponi sono stati acquistati dalla Regione Siciliana al fine di fronteggiare la pandemia in atto grazie ad uno screening rapido sulla popolazione.

Dopo le formalità di rito e previo nulla osta dell’autorità gudiziaria, cui il soggetto è stato segnalato, la Polizia di Stato ha provveduto all’immediata restituzione del materiale sanitario, in ottima conservazione, al fine di poter consentire all’Asp un loro immediato utilizzo.

Sono tuttora in corso da parte della Squadra Mobile indagini per verificare se, oltre alla contestazione del reato di peculato, possano essere stati compiuti altri delitti, stante che l’infermiere abbia potuto utilizzare i tamponi in forma privata mediante compenso in denaro o altro riconoscimento connesso all’illecita prestazione sanitaria.

 


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