Bollette Acquaenna. Assoconsumatori: “Riduzione delle tariffe idriche …PAROLE …PAROLE!”

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Come sempre la politica fa sfoggio di grande capacità linguistica, ma i cittadini abbiamo bisogno di fatti. In tutte le campagne elettorali si sente parlare di riduzione dei costi per rifiuti ed acqua e come sempre dopo: punto ed a capo. Le tariffe cambiano ma al rialzo, Enna con i rifiuti è un esempio. In questo momento i Sindaci dei nostri comuni fanno esercizio di logopedia ripetendo il solito ritornello del ribasso dei costi dell’acqua che risulta essere il più costoso tra le nove province siciliane, fra l’altro, lo è sempre stato. Nessuno mette mano, organi istituzionali, giuristi, deputazione in genere, all’analisi della convenzione tra ATO-Idrico, oggi ATI, ed il gestore del servizio idrico al fine di riscontrare inadempienze e rescindere la convenzione stessa che è l’unico percorso utile, i cittadini lo auspicano da sempre. Anzi nel momento in cui riscontrammo l’inadempimento contrattuale dell’articolo 19 della convenzione che col combinato dell’art. 37 permetteva la rescissione della convenzione, la politica, non seppe cogliere l’occasione ed anzi, dimessosi, dopo 14 giorni dalla sua rinomina, il dott. Parrinello, commissario regionale del consorzio dei comuni e dell’ATO, nominò, stranamente, l’ing. Pietro Lo Monaco, già dirigente del Genio Civile di Enna e già consulente del RUP Serafino Cocuzza aggiudicatario della gara del servizio idrico, che due giorni prima che si riunissero i sindaci siglò un accordo transattivo affinché Acquaenna versasse quanto non pagato per il canone dovuto per l’uso delle infrastrutture, quasi due milioni di euro. Al cittadino che non può pagare si toglie il servizio per poche centinaia di euro ad Acquaenna che non paga milioni tutto è consentito ed anche in questo caso i sindaci silenzio: non vedo ..non sento.. non parlo! Oggi tutti a parlare, tutti a dar fiato alle corde vocali anche quei partiti che nel 2004 sono stati i carnefici dei cittadini, ma pensate di essere credibili? Se è sì allora siamo in cattive mani!

Poi si parla del piano d’ambito, ma si dimentica che per i mancati introiti di un piano d’ambito redatto dalla SOGESID, Acquaenna fa pagare ai cittadini che non hanno alcuna responsabilità, le così dette partite pregresse (2005/2010) sulla base di una determinazione del commissario dell’ATO e riconosciute da un giudice monocratico. Mentre tre tribunali della Sardegna in seduta collegiale hanno inibito all’Abbanoa, gestore del servizio idrico in Sardegna, la emissione di bollette in cui erano inserite le così dette partite pregresse, anche su ciò la politica ha fatto silenzio, anzi qualche sindaco riteneva giustificato l’operato del gestore del servizio. Fortunatamente siamo ancora in uno Stato di diritto dove esistono tre gradi di giudizio con l’ultima parola che spetta alla Cassazione la quale una volta su tutte deve fare chiarezza. Come cittadini non possiamo accettare negligenza, superficialità e/o malafede da parte di chicchessia, tanto meno da parte di coloro che dovrebbero rappresentare i cittadini, appunto i sindaci, indipendentemente dal colore della casacca.

Pippo Bruno

 


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