Celebrati a Enna i 25 anni di sacerdozio di padre Giacomo Zangara

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E sono 25 anni di donazione totale al Signore e alla sua Santa Madre, quelli che ieri ha festeggiato p. Giacomo Zangara nella chiesa di San Giuseppe, afferente alla parrocchia di San Giovanni, della quale è parroco. E ciò proprio nel giorno della solennità del Battista cui è intitolata la Parrocchia. La chiesa era gremita. Inutile dire chi sia p. Giacomo, villarosano doc, già parroco a San Bartolomeo e contemporaneamente cappellano del carcere di Enna. Poi, sempre obbediente ai vescovi che si sono succeduti, è stato diversi anni parroco della madrice di Barrafranca. Da qualche anno è tornato a Enna dove , come anzidetto, è parroco a San Giovanni e nuovamente cappellano del carcere. Sacerdote vulcanico e disponibile con tutti, riesce ad attrarre in chiesa decine e decine di persone e ciò è stato dimostrato dalla chiesa gremita.

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La celebrazione è stata presieduta dall’ordinario diocesano, mons Rosario Gisana. Presenti numerosi sacerdoti e le autorità civili e militari. Ha dato il saluto e portato gli auguri dell’Amministrazione comunale, l’assessore Nicola De Luca, mentre per la parrocchia, è toccato a Maurizio Bruno fare lo stesso. Il vescovo durante l’omelia, ha detto che “Il sacerdozio di Cristo, viene  offerto come dono al carissimo don Giacomo e a tutti quanti. Egli ci sostiene nei momenti più difficili della nostra vita. Il Signore ci ha pensato per essere servi e luce. ‘È troppo poco che tu sia servo, diventa luce’. Nessuno può sentirsi privilegiato, ha voluto sottolineare il presule evidenziando innanzitutto che ogni uomo di Dio è innanzitutto servo di Dio e dei fratelli, ma nello stesso tempo deve essere ed è luce per il mondo. “La luce rammenta la nostra condizione discepolare. Siete la luce del mondo. Le vostre buone opere risplendano e diano gloria a Dio”. E ogni sacerdote nel suo agire per la e nella comunità ascolta le parole della Vergine Maria: “fate quello che lui vi dirà”. Poi, dopo aver sottolineato come ogni sacerdote debba essere al servizio di ognuno e in particolare dei poveri, monsignor Gisana si è rivolto a p . Giacomo: “Caro don Giacomo , nel cercare di essere luce, troviamo il senso del sacerdozio, noi possiamo essere riflesso di quella luce con un atto di conversione. Caro don Giacomo per la tua opera, per la tua presenza molte persone hanno trovato la via della conversione”. Va, difatti ricordato che da quando c’è p. Giacomo, che si divide indefessamente e ineffabilmente fra il carcere e la parrocchia, la comunità di San Giovanni si è ulteriormente arricchita, numericamente e nella qualità, “Hai indicato la luce– ha aggiunto il vescovo- Il Signore possa dare a te, don Giacomo,la forza di tradurre e coniugare le note sacerdotali non in maniera esclusiva ma servendo tutti come già fai”.

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È toccato, a fine liturgia, a p. Giacomo, ringraziare tutti:  Il mio cuore vuole esprimere il ringraziamento verso tutti coloro che hanno segnato il mio cammino, i miei parroci, i miei professori, i miei formatori,  don Angelo Lo Presti monsignor Enzo Murgano, i miei compagni di percorso, p. Carmelo Cosenza, p. Giuseppe Fausciana . Questa mattina ho ringraziato con la comunità del carcere. E ringrazio i vescovi, il compianto mons Vincenzo Cirrincione che mi ha ordinato e insegnato l’umiltà, monsignor MichelePennisi che mi ha dato diversi incarichi e per ultimo monsignor Rosario Gisana. Tutti mi hanno insegnato qualcosa. Ringrazio tutti voi”. Alla fine è stata letta la benedizione apostolica del Santo Padre Leone a p Giacomo ed estesa anche al vescovo.

Mario Antonio Filippo Pio Pagaria 



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