Coronavirus. Alcune mamme scrivono al sindaco di Nicosia, contrarie alla chiusura delle scuole

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La paventata chiusura delle scuole di ogni ordine e grado in tutta la provincia di Enna fino al 3 dicembre, è al centro delle discussioni da parte dei genitori degli alunni, alcuni favorevoli, altri contrari all’interruzione delle lezioni.

Alcuni genitori di alunni, che frequentano praticamente tutte le scuole nicosiane, hanno spedito ala nostra redazione una lettera aperta indirizzata al sindaco di Nicosia Luigi Bonelli. Questi genitori sono per diversi motivi contrari alla chiusura delle scuole.

“Gent.le Signor  Sindaco,

con la presente lettera aperta volevamo sottoporre alla Sua attenzione la seguente situazione.

La paventata chiusura delle scuole, comunicata sui social, ha mosso la reazione di moltissimi genitori.

Si concorda pienamente che la pandemia esiste e che alcuni casi hanno toccato le scuole, ma fino ad oggi i vari plessi dove si trovavano i bambini interessati hanno prontamente provveduto a prendere tempestivamente le dovute misure di sicurezza anche grazie alla Sua puntuale attenzione.

Ma generalizzare sarebbe sbagliato!

La chiusura delle scuole primarie avrebbe una ripercussione enorme sui nostri Bambini perché significherebbe toglier loro l’ossigeno: già vivono da mesi in un regime ristretto contornato da regole, avvertimenti e limitazioni di spostamenti. Nessuna attività extrascolastica è stata più possibile.

Molti di loro hanno già sofferto il primo lockdown e alcuni solo ora si stanno reintegrando a scuola, con la chiusura della scuola noi si fa altro che inculcare al NOSTRO FUTURO la necessità di vivere nella paura e il trovare sicurezza solo nel trasformarsi in individui asociali e diffidenti.

Non tutti i bambini vivono in case grandi o circondate da spazi aperti, non tutti hanno genitori pronti ad esser in grado di rendere sereno l’ambiente domestico. Non tutti i genitori possono seguire i loro figli nella didattica a distanza.

Consequenziale alla chiusura delle scuole sarebbe il danno all’economia delle famiglie già flagellato dal primo lockdown, non ci sono strutture adeguate a supportare le realtà familiari dove entrambi i genitori lavorano e il costringere, specie le mamme, significherebbe il toglier loro un diritto ad esercitare la propria attività lavorativa e alle famiglie le economie conseguenti tale lavoro.

Inoltre, non da ultimo, volevo ricordarle che anche nelle zone rosse, così come chiede la Ministra dell’Istruzione, le scuole primarie sono rimaste aperte.

Per tale motivo si chiede che Lei voglia valutare attentamente la paventata scelta di chiudere le scuole dell’infanzia e primarie.

Certe che in relazione all’oggetto, Lei e l’amministrazione prendiate i dovuti provvedimenti e la ringraziamo anticipatamente”.

 

 


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