Coronavirus. Chiara Vergani racconta il suo libro “Le voci della verità – Genitori, insegnanti e ragazzi raccontano la DAD”

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“Le voci della verità – Genitori, insegnanti e ragazzi raccontano la dad”, Euno Edizioni, questo il nuovo libro di Chiara Vergani, scrittrice, pedagogista e criminologa, è già prenotabile e sarà nelle librerie da febbraio e sarà acquistabile anche in tutti gli store online. La significativa prefazione è della giornalista di RAI 1 Elena De Vincenzo.

Ho suddiviso il testo in 2 parti per renderne più agile la lettura: la prima è dedicata alle testimonianze di genitori, studenti e insegnanti, la seconda è un saggio esplicativo ed esauriente sulla didattica a distanza”, afferma l’autrice del libro Chiara Vergani

Ho riportato le testimonianze che mi sono state inviate da diverse città e paesi italiani, quindi posso rappresentare piuttosto bene le voci delle persone. Non voglio togliervi il piacere e la curiosità di leggere il libro, ma desidero confidarvi che alcune testimonianze sono davvero diverse da quanto tutti avremmo potuto aspettarci. Narrano spaccati di vita e vissuti reali, comprese le dinamiche famigliari verificatesi in tempo di didattica a distanza. Ho sentito l’esigenza di capire proprio come è stato ed è recepito il periodo di pandemia rispetto alla dimensione scolastica. Mi occupo di tematiche e problematiche sociali e il periodo che stiamo attraversando ha suscitato in me molti interrogativi rispetto alla tenuta sociale, delle persone. Le testimonianze rivelano aspetti anche introspettivi dei protagonisti e modi di reagire diversi, partendo da situazioni anche molto differenti fra loro. Mano a mano che ricevevo questi scritti, mi sono fatta l’idea di come la pandemia e la conseguente esigenza di attivare la didattica a distanza per le scuole, abbiano impresso un corso inaspettato alle nostre esistenze. La scuola è sempre stata il fulcro della società, ma in questi mesi ha assorbito pagine e pagine di quotidiani, ha dato vita a dibattiti televisivi, a discussioni politiche accese, a riflessioni profonde, a cambiamenti epocali. Probabilmente gli insegnanti si sarebbero formati dal punto di vista digitale, molto più lentamente nel corso dei prossimi anni, invece la pandemia ha imposto un’accelerata decisiva al percorso. Lo stesso è successo per gli studenti, soprattutto per quelli della scuola primaria che hanno dovuto imparare ad usare i dispositivi informatici in modo mirato per lo studio e per seguire le lezioni da remoto. Siamo dunque diventati tutti all’improvviso molto più tecnologici e ci siamo adattati a trasferire sulle piattaforme, buona parte del nostro lavoro. Le testimonianze rivelano anche questi aspetti della gente”.

Nella seconda parte ho invece affrontato tutti quegli aspetti della didattica a distanza e digitale integrata, che sono emersi in questo periodo: la funzione docente, il ruolo dei dirigenti scolastici, dei genitori e degli studenti, i limiti e i pregi della DAD, gli elementi legislativi e in particolare il susseguirsi di istruzioni, emendamenti, regolamenti, linee guida, leggi. Ho operato una riflessione rispetto alla situazione vissuta dagli alunni più fragili con la DAD, mi sono soffermata sui casi di cyberbullismo evidenziati sia nei confronti dei docenti che fra studenti, ho trattato il tema della privacy in tutti i suoi aspetti, ho posto l’attenzione all’aspetto emozionale derivato dalla pandemia e dalla conseguente istituzione della DAD. Ho inoltre documentato le varie indagini svolte sia in Italia che a livello internazionale, inerenti ad ogni aspetto dell’istruzione e degli studenti del periodo pandemico”.

 


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