Coronavirus. Mdt chiede l’allestimento presso l’ospedale di Nicosia del pre-triage

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Con una nota inviata alle autorità sanitarie locali, provinciali e regionali, il Movimento per la Difesa dei Territori chiede con urgenza l’allestimento del pre-triage, ovvero una tenda che delinea un percorso dedicato e riservato alle persone che si presentano al Pronto Soccorso con sintomi influenzali (febbre, tosse, raffreddore e mal di gola). Pertanto sono uno dei tanti strumenti per una presa in carico efficace ed efficiente dei possibili casi di coronavirus e nello stesso tempo per non esporre a rischio di contagio gli altri cittadini in attesa al Pronto Soccorso, i sanitari e di conseguenza anche tutti coloro che frequentano o sono ricoverati in ospedale.

Ci risulta che presso l’ospedale Basilotta di Nicosia non sia stato ancora allestito un pre-triage separato per i pazienti affetti da insufficienza respiratoria e altri sintomi che facciano sospettare un’infezione da COVID-19. – scrive Fabio Bruno presidente del Mdt –

Con ogni singolo accesso di pronto soccorso si rischia che il nostro ospedale diventi un incubatore di coronavirus, sia per gli operatori del pronto soccorso che per tutti gli utenti non affetti da COVID-19.

Per questo motivo si chiede che si identifichi immediatamente un ingresso e percorso separato, o una tenda esterna, e che vengano predisposte e affisse insegne molto esplicite, che permettano ai non addetti ai lavori di individuare immediatamente l’ingresso più opportuno. Si consiglia, se possibile, che l’ingresso per i potenziali pazienti COVID sia anteposto all’ingresso per le altre emergenze, in modo da ridurre le probabilità che un paziente COVID acceda per errore al “normale” pronto soccorso”.

Ma le richieste del Movimento per la Difesa dei Territori non si fermano alla richiesta di allestimento del pre-triage, ma si estende alla richiesta di esame a domicilio per rilevare l’infezione da covid-19, così come previsto dalla direttiva nazionale. Informare i medici di famiglia individualmente e personalmente per chiamata diretta, sul protocollo a cui attenersi in modo da dare le giuste informazioni ai pazienti che si rivolgeranno a loro. Infine, Mdt suggerisce che l’Asp di Enna provi a trovare il modo di effettuare i test in provincia e possibilmente in-house piuttosto che inviarli al sempre più sovraccarico laboratorio di Catania, che ha ormai tempistiche non adeguate per fronteggiare l’emergenza.

 


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