Il Comitato Senz’Acquaenna interviene duramente dopo l’ultima Assemblea dei Sindaci, sollevando pesanti critiche sulla gestione del servizio idrico provinciale. L’incontro, svoltosi con soli cinque sindaci presenti fisicamente e gli altri collegati da remoto, ha messo in luce numerose criticità nel rapporto con il gestore Acquaenna.
I principali rilievi riguardano l’immobilismo politico che ha caratterizzato gli anni passati e il rischio imminente di un aumento tariffario del 7%, scongiurato solo all’ultimo momento. Il Comitato sottolinea come la procedura per il rinnovo delle tariffe fosse già stata avviata dal settembre precedente, senza che alcuno intervenisse tempestivamente.
Tra le questioni sollevate, emergono dubbi significativi sugli investimenti effettuati: nonostante una spesa di 170 milioni di euro, non tutte le condotte provinciali sono state sistemate e le perdite idriche restano ingenti. Il Comitato chiede chiarezza sulle modalità di rifacimento delle reti idriche e sulle ditte incaricate degli interventi.
Un punto cruciale riguarda la necessità di rivalutare il contratto trentennale con Acquaenna. Il Comitato non esclude la possibilità di una rescissione del contratto, ritenendo insostenibile l’attuale rapporto caratterizzato da scarsa trasparenza e insufficiente controllo.
Il comunicato critica aspramente l’atteggiamento di alcuni amministratori, accusati di limitarsi a “svolgere il compitino” e di accettare spiegazioni tecniche confuse che hanno mascherato negli anni un costante incremento delle bollette, fino a raggiungere quella che viene definita “la tariffa più cara d’Italia”.
Nonostante le critiche, il Comitato riconosce un timido segnale di cambiamento: alcuni sindaci, tra cui quello di Enna Maurizio Dipietro, hanno iniziato a stigmatizzare gli sconfinamenti burocratici e preannunciato revisioni di contratti e consulenze.
L’appello finale è chiaro: è necessario un controllo immediato e puntuale dell’operato del gestore, nell’interesse dei cittadini e della trasparenza amministrativa.
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