Nel quartiere San Cataldo di Nicosia è scoppiata un’emergenza ambientale e sanitaria che ha mobilitato gli abitanti della zona. Alcuni serbatoi di acqua in eternit, materiale contenente amianto, sono stati abbandonati per strada dopo una rimozione effettuata in modo del tutto irregolare, creando un serio pericolo per la salute pubblica.
La vicenda ha origine dalla presenza di diversi serbatoi per l’acqua realizzati in cemento-amianto, ormai in disuso e in cattive condizioni, alcuni dei quali già danneggiati. Questi contenitori, che si trovavano all’interno di un immobile privato, rappresentavano già di per sé un rischio potenziale per la comunità del quartiere.
Il tentativo di rimozione finito male
Sollecitato dalle legittime preoccupazioni degli abitanti, il proprietario dell’immobile ha deciso di procedere alla rimozione dei serbatoi, ma ha commesso un errore che si è rivelato ancora più pericoloso della situazione iniziale. Invece di affidarsi a una ditta specializzata nello smaltimento di materiali contenenti amianto, come previsto dalla normativa vigente, ha incaricato due giovani non qualificati di trasportare i contenitori.
Durante il trasporto, l’operazione si è trasformata in un disastro ambientale: i serbatoi si sono rotti lungo il percorso e sono stati trascinati sui gradini del quartiere, rilasciando frammenti e polveri di amianto nell’ambiente. Al termine di questa rimozione improvvisata, i contenitori danneggiati sono stati semplicemente abbandonati davanti a un’abitazione dismessa, lasciando residui pericolosi sparsi lungo la strada.
I rischi per la salute
L’eternit, o cemento-amianto, è un materiale da costruzione che contiene fibre di amianto, una sostanza altamente cancerogena. Quando i manufatti in eternit sono integri e in buone condizioni, il rischio è limitato, ma quando vengono danneggiati o manipolati impropriamente, possono rilasciare nell’ambiente le pericolose fibre di amianto.
L’inalazione o l’ingestione di queste fibre microscopiche può causare gravi patologie a lungo termine, tra cui asbestosi, mesotelioma pleurico e altre forme tumorali. Il pericolo è particolarmente elevato quando, come nel caso del quartiere San Cataldo, i materiali vengono frantumati e i residui restano esposti agli agenti atmosferici, facilitando la dispersione delle fibre nell’aria.
La mobilitazione degli abitanti
La comunità del quartiere San Cataldo non è rimasta in silenzio di fronte a questa situazione. Gli abitanti hanno espresso forte preoccupazione per l’esposizione al rischio sanitario e per l’apparente indifferenza delle istituzioni locali, che finora non hanno fornito risposte concrete alle loro richieste di intervento.
I residenti stanno chiedendo con urgenza che i serbatoi vengano rimossi definitivamente dalla zona e che l’area venga sottoposta a bonifica professionale per eliminare tutti i residui di amianto presenti lungo la strada. La richiesta è accompagnata dalla consapevolezza che lo smaltimento di questi rifiuti speciali è una responsabilità precisa del proprietario, che però si è limitato a spostarli senza rispettare le procedure di sicurezza previste dalla legge.
Le prossime mosse
Gli abitanti del quartiere hanno annunciato che, in assenza di una risposta immediata e adeguata da parte delle autorità competenti, si rivolgeranno alle forze dell’ordine per sollecitare un intervento risolutivo. La situazione richiede infatti un’azione tempestiva sia per tutelare la salute pubblica sia per rispristinare le condizioni di sicurezza ambientale nella zona.
Il caso del quartiere San Cataldo evidenzia l’importanza di una corretta gestione dei materiali contenenti amianto e la necessità di controlli più rigorosi per evitare che operazioni di rimozione improvvisate possano trasformarsi in emergenze sanitarie per intere comunità.
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