Dal primo luglio, l’ospedale Basilotta di Nicosia ha sospeso le operazioni chirurgiche d’urgenza per mancanza di personale. Le emergenze sono state dirottate all’Umberto I di Enna, con disagi enormi per i pazienti della zona nord della provincia, delle Madonie e dei Nebrodi, costretti a spostamenti su strade spesso impervie e mal collegate.
La politica locale ha cercato di intervenire, ma i risultati tardano ad arrivare. Il Movimento per la Difesa dei Territori ha sollecitato il direttore generale dell’ASP di Enna, Mario Zappia, chiedendo provvedimenti immediati. Zappia ha risposto elencando le azioni intraprese: un concorso pubblico per 98 dirigenti medici e un farmacista (delibera n. 555 dell’11/04/2025), bandi per incarichi libero-professionali, l’utilizzo di graduatorie esterne e la possibilità di richiamare medici in pensione.
Peccato, però, che nella lista dei posti banditi, che include anatomia patologica, cardiologia, geriatria e persino farmacia ospedaliera, i chirurghi brillino per la loro assenza. Una dimenticanza grave, che rischia di trasformare l’emergenza di Nicosia in un problema strutturale. Già in passato i vincitori di concorso avevano rifiutato di trasferirsi nei presidi periferici, preferendo Enna, ma questa volta il nodo è a monte: senza chirurghi in graduatoria, il vuoto a Nicosia (e a Piazza Armerina) è destinato a persistere.
Intanto, la soluzione tampone proposta dall’ASP, il supporto temporaneo dei medici di Enna, sembra già arenarsi: nessuno si è ancora presentato al Basilotta. In attesa di soluzioni i cittadini della zona nord si chiedono chi risponderà ai loro bisogni urgenti.
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