Nella mattinata del 28 novembre è stata avviata una protesta simbolica dei sindaci di Cerami, Gagliano Castelferrato, Nicosia e Troina, a cui ha aderito anche il sindaco di Sperlinga, insieme al deputato regionale Fabio Venezia, che ha dato una svolta decisiva alla gestione della crisi idrica. I primi cittadini hanno occupato simbolicamente la sede regionale della Protezione Civile per denunciare la gravità della situazione e sollecitare soluzioni immediate. Dopo un confronto serrato e molto acceso durato oltre cinque ore, il direttore regionale della Protezione Civile e il segretario regionale dell’Autorità di Bacino hanno firmato una lettera congiunta accogliendo le richieste dei sindaci.
La lettera stabilisce che l’acqua rimasta nella diga Ancipa sarà destinata esclusivamente ai comuni sprovvisti di altre fonti di approvvigionamento idrico, ossia Nicosia, Troina, Cerami, Gagliano Castelferrato e Sperlinga. Questa decisione è stata accolta come una vittoria dai rappresentanti delle comunità coinvolte, che hanno evidenziato l’urgenza di proteggere i diritti fondamentali dei cittadini all’accesso all’acqua potabile.
La situazione critica è emersa a seguito della progressiva riduzione dei volumi residui disponibili. I prelievi dall’invaso Ancipa sono stati ridotti da circa 22.000 mc/giorno a 4.000 mc/giorno, per preservare le riserve idriche e assicurare una distribuzione equa. Tuttavia, prelievi non autorizzati e utilizzi impropri hanno aggravato ulteriormente la crisi. La necessità di mantenere un livello minimo di invaso è diventata prioritaria per salvaguardare l’operatività delle infrastrutture idriche e prevenire ulteriori emergenze.
Il documento ufficiale emesso dalla Cabina di Regia ribadisce inoltre la necessità di un monitoraggio costante delle infrastrutture idriche, la sospensione immediata di ogni prelievo non conforme e la pianificazione di nuove fonti di approvvigionamento, come i pozzi già individuati nelle aree di Caltanissetta e San Cataldo. La priorità rimane quella di preservare le risorse idriche residue per tutelare la durata utile dell’invaso e garantire la sicurezza idrica ai comuni interessati.
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