La provincia di Enna si posiziona agli ultimi posti della classifica nazionale per tasso di occupazione, attestandosi al 91° posto con un preoccupante 48,6%. I dati emersi dallo studio del Centro Studi delle Camere di Commercio “G. Tagliacarne” dipingono un quadro allarmante del mercato del lavoro locale, caratterizzato da elevati tassi di inattività e significative disparità di genere.
L’analisi, condotta su scala nazionale e focalizzata sulla fascia d’età 15-64 anni, rivela numeri che destano forte preoccupazione. Oltre al basso tasso di occupazione, emerge una drammatica differenza di 22,7 punti percentuali tra occupazione maschile e femminile, mentre il tasso di disoccupazione si attesta al 10,7%. Particolarmente critico risulta il tasso di inattività, che raggiunge il 45,6%, evidenziando come quasi la metà della popolazione in età lavorativa rimanga esclusa dal mercato del lavoro.
Sul fronte delle opportunità lavorative, lo studio registra 7,2 entrate previste di lavoratori per ogni 100 residenti, con il 42,9% di queste posizioni considerate di difficile reperimento, segnalando un possibile disallineamento tra domanda e offerta di competenze specializzate.
Alessandro Albanese, presidente della Camera di Commercio Palermo Enna, non nasconde la gravità della situazione: “Purtroppo anche nel 2024 le province di Palermo ed Enna si posizionano negli ultimi posti sul tasso di occupazione femminile e il tasso di occupazione giovanile“. Il presidente sottolinea come il dato più allarmante sia proprio l’elevato tasso di inattività, che evidenzia un divario crescente rispetto alle regioni settentrionali del Paese.
L’unica nota parzialmente positiva riguarda l’ingresso nel mercato del lavoro di manodopera ultra specializzata, un fenomeno che tuttavia, come ammette lo stesso Albanese, “letto in valore assoluto risulta ben poca cosa” rispetto alle dimensioni del problema occupazionale locale.
Di fronte a questo scenario, il presidente della Camera di Commercio lancia un appello alle istituzioni per interventi strutturali urgenti. “Questi numeri ci invitano tutti ad una seria analisi e riflessione rispetto alle misure che la politica deve prendere a sostegno dell’occupazione“, dichiara Albanese, sottolineando la necessità prioritaria di interventi mirati al Mezzogiorno.
Tra le proposte avanzate, il mantenimento e il potenziamento della decontribuzione assumono un ruolo centrale. “È indispensabile il mantenimento della decontribuzione, anzi ritengo che sia urgente una grande misura di decontribuzione strutturale che guardi ai prossimi 5 anni“, spiega Albanese, evidenziando come tali misure potrebbero incoraggiare le aziende ad assumere in via definitiva.
Il presidente conclude con un monito contro le “posizioni ideologiche” che attraverso strumenti come il referendum potrebbero compromettere le misure che si sono dimostrate efficaci per favorire le assunzioni, ribadendo l’importanza di mantenere e rafforzare gli strumenti di sostegno all’occupazione già sperimentati.
I dati di Enna confermano ancora una volta le profonde difficoltà strutturali del mercato del lavoro meridionale, richiedendo interventi coordinati e di lungo periodo per invertire una tendenza che penalizza soprattutto donne e giovani, categorie già particolarmente vulnerabili nel panorama occupazionale nazionale.
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