Enna, al via i preparativi per la festa del SS. Crocifisso di Papardura

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Come da tradizione, l’ultimo lunedì di agosto comincia ufficialmente il periodo di preparazione alla festa del SS Crocifisso di Papardura, una delle feste più sentite in città, il protocollo prevede che l’incipit della festa sia la grande questua per le vie della città nonché per le contrade di campagna al fine di raccogliere i fondi per l’organizzazione della solenne festa nei giorni 13 e 14 Settembre.

I procuratori, da anni si succedono facendo in modo che la tradizione non venga mai persa; per il secondo anno di seguito, tuttavia, anche questa tradizione ha subito i colpi inferti dall’emergenza covid  come ci ha spiegato il depositario  in carica Santo Calzetta, in un periodo in cui le tradizioni vanno via via ad essere meno sentite, ha aggiunto Calzetta, la festa del SS. Crocifisso  mantiene quasi intatte le sue peculiarità come ad esempio la questua durante la quale dei muli bardati con coloratissimi accessori girano per il centro della città accompagnati dal melodico e allegro suono delle “ciarameddre”. Il senso di tutto ciò si rifà al fatto che un tempo l’obolo da parte dei fedeli veniva tributato al SS. Crocifisso non in denaro bensì in grano o farina ; questi beni consegnati ai “massari” procuratori della festa venivano messi, durante la questua “porta a porta” all’interno di ampi fazzoletti rossi  poi svuotati nelle ampie e capienti bisacce dei robusti equini; malgrado da anni le offerte vengano elargite in denaro e non in grano, i muli non hanno mai smesso di percorrere il centro storico di Enna nei giorni stabiliti.

Per il secondo anno, ci stiamo limitando a girare in piccoli gruppi e ci stiamo recando a chiedere le offerte solo nelle principali attività commerciali e tra le masserie (presso le quali grande è la devozione al Crocifisso) – ha sottolineato il depositario in carica, – ma siamo sicuri, ha aggiunto, che finite le restrizioni covid la festa riprenderà così come gli ennesi l’hanno sempre conosciuta perché una società senza tradizioni non ha identità, ha sottolineato. Ha inoltre precisato che “la prossima settimana saranno fatte le famose ” cuddrureddri” ( i devozionali ” azimi” biscottati nonché simbolo della festa) nei locali del santuario, se pur con un numero ridotto di donne e nel rispetto delle regole di distanziamento”.

Infine, il depositario Calzetta, ci ha riferito, con una punta d’orgoglio, che il Santuario di Papardura è finalmente diventato “meta turistica” ed è fruibile ai visitatori, i quali usufruendo di un unico ticket possono visitare il Castello di Lombardia, la torre di Federico e lo splendido santuario barocco dedicato al Crocifisso.

Articolo e Foto di Martina Melfa

 


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