Enna, aperto il simulacro di Maria Santissima della Visitazione

Apertura simulacro di Maria Santissima della Visitazione 4
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Ci siamo, il tempo è giunto. Maria è in mezzo al suo popolo. Ieri sera, la cerimonia di apertura del simulacro di Maria Santissima della Visitazione, e la conseguente traslazione dalla Cappella dei Marmi all’Altare Centrale dove è stata intronizzata. Protagonisti gli “Ignudi”, ovvero i confrati di Maria Santissima della Visitazione, guidati dal rettore Mimmo Valvo e dall’assistente spirituale p. Enzo Murgano. Presente una delegazione dell’Amministrazione comunale, guidata dal vicesindaco Francesco Comito.

Apertura simulacro di Maria Santissima della Visitazione 2

Presenti, inoltre, il presidente del Collegio dei rettori delle confraternite, Giovani Zodda, nonché il coordinatore diocesano Gaetano Di Venti. In un duomo, come sempre gremito, Murgano ha detto: “Qui è presente Enna, e un particolare saluto rivolgo a tutte quelle persone che non possono essere qui, perché malate o impedite”. Murgano,  ha inoltre posto in evidenza come ciascuno dei presenti, fissi lo sguardo su Maria,  mentre Lei, la Madre di Dio, fa lo stesso su ognuno. E quegli sguardi che fissano la Santa Madre, sono espressioni di gratitudine, di invocazione, ma anche di angoscia e richiesta di grazia per momenti particolari che si attraversano. Tutti quanti,  posando e fissando lo sguardo sul viso di Maria, esprimono tali sentimenti.

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Lei, contraccambia quegli sguardi, rivolgendo loro “gli occhi suoi misericordiosi” e intercedendo presso il suo Figlio, ancora una volta, come quel giorno, a Cana di Galilea, quando gli dice: “Non hanno più vino” e, contemporaneamente, ripete ancora una volta il: “Fate quello che lui vi dirà”. 

È seguita la messa presieduta da p. Salvatore Rindone, che ha imperniato la predica sull’unità della Chiesa comparando l’antiteticità dei pagani che festeggiavano a Roma i due fondatori della città,  Romolo e Remo, con i due grandi fondatori della Chiesa , Pietro e Paolo. Romolo uccide Remo in seguito a un diverbio. Nella Chiesa , Pietro e Paolo sono profondamente diversi, eppure l’amore di Cristo li unisce. La Chiesa Cattolica è quindi capace di tenere insieme gli opposti. Cristo non è divisivo e per mezzo di Maria, fa santo anche il più grande fra i peccatori.

Mario Antonio Filippo Pio Pagaria

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