Celebrata ieri a Montesalvo, davanti al simulacro di Maria Santissima della Visitazione, la messa dedicata alle donne della confraternita degli “Ignudi”, ovvero le madri, le mogli, le figlie e le sorelle. Decine di donne, con il fazzoletto azzurro al collo, accanto ai confrati , hanno , così, riempito la chiesa.
La messa è stata officiata da don Salvatore Rindone e dopo il benvenuto di fra Domenico Gulioso, guardiano del convento di Montesalvo, è toccato al rettore Mimmo Valvo, porgere i saluti, i ringraziamenti e gli auspici.
“Ringrazio– ha detto Mimmo Valvo- fra Domenico Gulioso per la lodevole iniziativa. Auspico che attraverso le donne, cui è dedicata questa cerimonia, i confrati si possano specchiare nella Mamma Celeste che ancora una volta, come a Cana di Galilea ci dice: ‘Fate quello che lui vi dirà”.
Durante l’omelia p. Salvatore Rindone ha posto, innanzitutto, l’accento sul Vangelo della domenica, l’ invio dei 72 discepoli a diffondere la Buona novella: “ Gesù manda 72 discepoli scelti tra gente comune che viene chiamata ad annunciare l’avvento del Regno di Dio. Il numero 72 ha un significato simbolico, perché rappresenta i 72 popoli conosciuti a quel tempo”. P. Salvatore, che oltre ad essere direttore spirituale del seminario di Piazza Armerina, è docente di filosofia presso lo Studio teologico di Catania e Presso la facoltà teologica di Sicilia a Palermo, ha spiegato come Gesù non ragioni, nell’ inviare i discepoli , col metro umano e ha portato l’esempio delle donne che alla vigilia della partenza di un familiare gli riempiono la valigia del necessario. Invece Gesù non vuole che i discepoli portino con loro provviste, né bisaccia né sandali. Gesù li affida alla Provvidenza . “Non è importante cosa ci portiamo dietro ma cosa ci portiamo dentro quando siamo inviati”.
Quei missionari mandati da Gesù a predicare il Vangelo sentono su di loro la mano di Dio provvidente. “Quando ci affidiamo al Signore veramente è provvidente e pensa a tutto lui, tant’è che per questo motivo lui raccomanda ai discepoli di non portare con loro nulla, perché bisogna soltanto cercare il Regno di Dio e il resto sarà dato in aggiunta. Gli inviati , non sono preti, ma persone comuni , segno che tutti, in forza del sacerdozio regale, sono chiamati a testimoniare , con le opere e se necessario con la vita stessa, la loro appartenenza a lui.
“È difficile parlare di Gesù, eppure lui ci manda come pecore in mezzo ai lupi”. Poi, il sacerdote si è rivolto alle donne, definendole per antonomasia “portatrici di pace”. La donna, difatti, in rapporto all’uomo , è dedita alla pace. Tanto per fare un esempio basti citare una per tutte, Rita da Cascia, che chiede al Signore che i suoi figli non diventino degli assassini e prega per gli assassini del marito. E poi la Madre Regina della Pace che cosi si sarebbe manifestata nelle presunte apparizioni di Medjugorje. “Buona parte della pace nelle famiglie dipende da voi care donne, care mamme, voi decidete chi invitare. La pace è una prerogativa femminile.”
A conclusione p. Salvatore ha impartito una benedizione particolare a tutte le donne presenti e una giovane donna ha letto una bella preghiera a Maria Santissima della Visitazione, invocandola a nome delle madri, delle mogli, delle emarginate, per quelle che non trovano un senso nella vita. Per tutte loro è stata chiesta l’Inter cessione di Maria Santissima della Visitazione. Ciò che colpisce è la precisione e la puntualità nell’organizzazione di queste celebrazioni, che dimostra da parte di chi le organizza, l’enorme maturazione e i grandi passi avanti che negli ultimi anni hanno fatto le confraternite ennesi, sicuramente grazie a delle ottime guide spirituali ma anche a dei laici impegnati, che curano con dovizia queste liturgie, ma in questo caso, la messa è stata organizzata e animata dalle donne dei confrati, ovvero dalle madri, mogli, sorelle, figlie e fidanzate.
Mario Antonio Filippo Pio Pagaria
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