Enna, le trasformazioni urbanistiche a partire dagli anni trenta

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Negli anni successivi alla elevazione della città di Enna a capoluogo di provincia,  sono avvenute le più significative trasformazione urbanistiche: nuove strade (Viale Diaz, Via Trieste, Corso Sicilia, Viale Caterina e Paolo Savoca) e quelle cosiddette di arroccamento: la monte – cantina; la Sant’Anna – Lombardia; la Casina Bianca – piazza Prefettura e la San Leone  – Valverde, considerate le più ardite perché costruite lungo le pendici, tutte strade che hanno cambiato l’assetto viario della città. In quegli anni anche gli sventramenti d’interi quartieri servirono a rendere più agevoli gli accessi, oltre che la costruzione di edifici pubblici: la scuola Valverde, quella di Fundrisi e la Mulino a Vento, per non parlare del centro storico cittadino con la costruzione del palazzo Termine e la creazione della via Generale Cascino che dalla Balata porta in via Sant’Agata. Alla fine degli anni ’30, furono costruiti il Palazzo della Provincia, dove si trovano anche gli uffici della Prefettura, i palazzi della Camera di Commercio e della Banca d’Italia, tutti edifici che rispecchiano l’architettura imposta dal regime fascista, voluta dell’architetto Piacentini.

Il Comune si attivò per costruire le vasche di raccolta dell’acqua potabile scavate nella viva roccia sotto il secondo cortile del Castello. Fu l’ennese ingegnere Giuseppe Panvini ad ideare, progettare e realizzare l’acquedotto che, dalle sorgive di Bannata e Furma, arriva per caduta nella pendice sud di Enna a quota 650 sul livello del mare, e da qui il prezioso liquido raggiunge le vasche a quota 936 con adduzione forzata, tramite pompe di sollevamento. L’ardita opera fu inaugurata nel 1923.  Oggi le vasche ricevono anche l’acqua proveniente dalla diga di Troina dell’Ancipa, potabilizzata prima dell’immissione in rete, che serve dodici comuni dell’ennese. Salvo qualche interruzione dovuta a lavori urgenti di manutenzione, l’acquedotto è una realtà importante per le comunità che non patiscono più la carenza d’acqua avuta in passato. L’acquedotto e la rete di distribuzione sono stati gestiti dall’AMAL (Azienda Municipalizzata Acqua e Luce) ora passata ad AcquaEnna.

Salvatatore Presti

 


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