Enna, sabato 9 novembre terzo appuntamento con “Confronti cardiologici: dialogo tra ospedale e territorio”

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Cuore matto, matto da star male. Sabato 9 novembre all’ospedale Umberto I di Enna nel penultimo appuntamento con “Confronti cardiologici: dialogo tra ospedale e territorio”, si parlerà di aritmie. Sono più di seicento i pazienti che la Cardiologia dell’ospedale ennese monitora h24 in remoto. Mentre si trovano comodamente seduti sul divano di casa, a lavoro oppure in viaggio dall’altra parte del mondo, piccoli dispositivi sotto cutanei impiantati appunto in reparto rilevano anche l’insorgenza di aritmie misconosciute che potrebbero, se non trattate, perfino provocare embolie cerebrali.

L’idea alla base di questo penultimo seminario, che si concentra in modo particolare sulle bradiaritmie e tachiaritmie, è quella di affrontare il tema delle aritmie, declinando gli aspetti del problema da tutti i punti di vista: diagnostico, terapeutico e riabilitativo. Verranno presentate le opportunità che la moderna medicina ci mette a disposizione e nella seconda sessione in live sarà mostrato, con l’ausilio di un paziente, cosa avviene durante la visita di controllo dei pacemakers e un filmato girato durante l’impianto di un revel, effettuato dall’equipe di Cardiologia.

“L’aritmia si può curare in maniera definitiva attraverso alcune procedure mininvasive come l’ablazione, l’inserimento di un catetere che arriva al cuore direttamente nel punto da cui partono le suddette anomalie elettriche – spiega il direttore scientifico Lello Vasco, e continua – Nei casi in cui, invece, il ritmo cardiaco è troppo lento, può essere impiantato un pacemaker. Al contrario quando il ritmo cardiaco è troppo rapido, si impianta un defibrillatore, ovvero un dispositivo che riesce ad avvertire quando il battito supera una certa soglia e trasmette uno shock elettrico al cuore in modo da far ritornare il ritmo nei limiti di norma”.

Il controllo in remoto vale per i pazienti con pacemaker o/e defibrillatori quindi riguarda i pazienti che hanno già ricevuto la diagnosi e fatto l’impianto. “Per la verità – spiegano dall’equipe – i dispositivi impiantati sono intelligenti e se vi è un’aritmia loro avvisano. Un aspetto importante dei defibrillatori che impiantiamo è la capacità di misura l’accumulo di liquidi nel paziente e allertare 10 giorni prima di un possibile scompenso che verrà inibito modificato in tempo utile la terapia.”

In reparto impiantano anche dei piccoli dispositivi sotto cutanei – i loop recorder – che servono a rilevare in remoto l’insorgenza di aritmie che potrebbero, se non trattate, provocare embolie cerebrali. Le procedure di impianto, com’è possibile vedere recandosi nel reparto al secondo piano del nosocomio, avvengono in una saletta di elettrofisiologia dotata di attrezzature di avanguardia.

“Confronti cardiologici: dialogo tra ospedale e territorio – rimarca il direttore di Cardiologia Vasco – ha, anche, l’obiettivo di porre le basi per la costruzione di un “ponte operativo” fra il Dipartimento di Medicina, la Cardiologia dell’ospedale e i medici del territorio”, ribadisce il direttore scientifico. “L’informazione e la conoscenza sull’ampia offerta sanitaria che la Cardiologia del nosocomio ennese è in grado di garantire, permetterà l’individuazione, condivisa, di percorsi clinico-diagnostico terapeutici orientati alla cura e al miglioramento della qualità di vita del paziente cardiopatico. Con questo intendo nasce “Priority cardio”, il percorso dedicato che può essere avviato dal medico di base che contatta il reparto tramite un’ app con delle schede base che individuano il problema e la priorità da attribuire al possibile paziente cardiopatico”.

Gli appuntamenti, patrocinati dall’Asp di Enna, sono pensati e realizzati da Lello Vasco, direttore del Dipartimento di Medicina all’Umberto Primo, il coordinamento è della cardiologa Stefania Grasso e l’organizzazione di Michele Ferraro. Docenti e tutor: Salvatore Artale, Rosario Bonanno, Valerio Giaimo, Sebastiano Gravina, Raffaella Iudicello e Pamela Licata.

 


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