Era stato accusato di truffa ai danni dell’Agea, imprenditore di Nicosia è stato assolto dopo 7 anni

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Il tempo è galantuomo, rimette a posto tutte le cose” diceva Voltaire e ci sono voluti ben sette anni e diverse udienze affinchè il Tribunale di Enna in primo grado riconoscesse l’innocenza dell’imprenditore 68 enne Domenico Russo Papo, di origini capitine, ma ormai residente da diversi anni a Nicosia. L’uomo fu accusato di una truffa da oltre 280 mila euro ai danni dell’Agea, l’Agenzia che si occupa delle erogazioni comunitarie in agricoltura.

Una prassi quella dell’indebito ottenimento dei contributi agricoli comunitari che dalle nostre parti è divenuto un reato molto diffuso, ma che a quanto pare non riguardava l’imprenditore Russo Papo, che a suo tempo era stato indagato perché, secondo le accuse, aveva ottenuto tra il 2005 ed il 2012 indebitamente contributi comunitari utilizzando contratti fittizi di affitto di terreni che dichiarava utilizzare per l’attività agricola mentre alcuni di questi terreni non sarebbero stati nella reale disponibilità dell’imprenditore.

Il processo si era aperto nel 2014 ed incredibilmente si è concluso solo nel mese di luglio 2019 con la sentenza di primo grado, con la quale il giudice Francesco Pitarresi ha ritenuto di assolvere Domenico Russo Papo, poiché il fatto non sussiste. Si è dovuto attendere il mese di dicembre 2019 affinchè la sentenza divenisse definitiva (il pubblico ministero non ha presentato ricorso in appello) e permettesse all’imprenditore di uscire fuori da un incubo durato troppi anni e costato tanto sia in termini di immagine sia in termini economici.

Un processo lungo e complesso basato sostanzialmente sui documenti e sull’analisi delle proprietà terriere dell’imprenditore ed analizzando le carte il giudice ha rilevato che Domenico Russo Papo, difeso dagli avvocati Melinda Calandra e Salvatore Giannone, possedeva 220 ettari di terreni, ma aveva chiesto i contributi su una superficie molto minore e, inoltre, le particelle sulle quali era contestato il “falso possesso”, di modeste dimensioni sono risultate comunque in possesso di Russo Papo, da qui la decisione del giudice di assolvere l’imputato e di concludere una vicenda che si poteva risolvere già nella fase delle indagini, risparmiando all’imprenditore un lungo calvario economico e morale.

 


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