Sì sono conclusi l’altro ieri, con la solenne processione, i festeggiamenti in onore di San Giuseppe. Quest’anno, l’evento è stato caratterizzato da una forte partecipazione di popolo, che ha seguito con attenzione sia le celebrazioni liturgiche, sia i momenti ludici, ad esso connessi. E il merito di ciò va senz’altro all’ impeccabile impegno del parroco , padre Giacomo Zangara e della confraternita tutta, con a capo il rettore, il dottor Giuseppe Restivo. Non vanno dimenticate la corale che ha eseguito bellissimi canti e la squadra organizzatissima delle signore che supportano in tutto i confrati e hanno preparato la bellissima Tavolata.
“Il compito affidato al Rettore del Santuario di san Giuseppe e alla Confraternita – spiega padre Giacomo Zangara – è quello di promuovere la figura di Giuseppe padre del Signore che la Chiesa cattolica ha proclamato come suo patrono. I papi ne hanno visto come colui ” che scampò dalla minacciata morte il bambino Gesù così difendi dalle insidie del maligno la Chiesa“. “La figura di Giuseppe – prosegue il parroco- si innesta nella vita di ogni giorno e ne diventa esempio per i padri, per i rifugiati, per i lavoratori. È esempio di come vivere le prove di ogni giorno nell’ abbandono alla fede, difatti San Giuseppe è Padre della Provvidenza , e nel silenzio orante e operoso. Imitare la sua vita familiare in questo tempo di crisi di identità della famiglia è sperimentare la sua intercessione presso il Padre”. E conclude : “Al di là delle manifestazioni religiose e delle tradizioni questo è il messaggio che a mio avviso resta. “Ite ad Joseph“.
Per Giuseppe Restivo: “I festeggiamenti di San Giuseppe son particolari, non sono più importanti di altri, dice con umiltà – “Sono particolari – riprende -perché nei giorni che precedono la festa ci sono altre attività impegnative. Chi ha visto la tavolata avrà notato dei pacchi di alimenti non deperibili, che verranno distribuiti a chi ha bisogno. Vi assicuro non è semplice decidere ma soprattutto è una grossa responsabilità tenere queste cose di questi tempi in cui non si ha la minima fiducia neanche verso il fratello di sangue. È importante dunque, rispondere alle aspettative di tanti, non sempre congruenti con quello che è lo spirito confraternale. Dover dire di no e’ a volte molto più difficile che dire di si e soprattutto conciliare i pensieri di persone ciascuna con le proprie idee. Il culmine dei festeggiamenti è forse la Processione, ma ne siamo sicuri? Il culmine è quando degli amici appartenenti ad altre Confraternite , sono sempre presenti durante il periodo dei festeggiamenti, quando la gente ti ringrazia per un pacco di zucchero” E conclude: “A nome della Confraternita di San Giuseppe un grazie di cuore a tutti perché avete tolto tempo alle vostre famiglie per stare con noi, avete reso ancora possibile la Processione, avete riso in maniera educata durante la stessa, vi siete inginocchiati davanti alla Sacra Famiglia, che non è la Sacra Famiglia della Confraternita di S. Giuseppe, ma di tutti. Il prossimo anno è ancora lontano, ma la famiglia confraternale composta da circa 3000 confrati ha bisogno di tanti piccoli momenti come quelli che abbiamo vissuto noi per andare avanti”
Mario Antonio Filippo Pio Pagaria
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