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ROMA (ITALPRESS) – Tensioni sì, ma per fortuna niente scontri. La giornata del 15 ottobre, segnata sul calendario come ad altissimo rischio per via dell’introduzione obbligatoria del green pass nei luoghi di lavoro, è filata tutto sommato tranquilla. E gli allarmi della vigilia si sono sgonfiati. In migliaia sono comunque scesi in piazza in gran parte d’Italia. I no green pass hanno protestato soprattutto nei luoghi nevralgici del lavoro, come nel caso dei porti di Trieste e Genova. Maggiori tensioni si sono registrate proprio nel porto del capoluogo giuliano dove almeno 5 mila tra portuali e semplici manifestanti hanno inscenato una protesta per fortuna mai degenerata. Già in mattinata i leader del dissenso avevano assicurato che non ci sarebbe stato nessun blocco delle attività lasciando liberi i portuali muniti di green pass di potere accedere al lavoro. Il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga aveva fornito ampie rassicurazioni sul clima. “Il porto funziona, anche se in alcuni passaggi con ranghi ridotti e quindi qualche difficoltà. Ho fatto appello di tenere bassa la temperatura, non arrivare a scontri frontali, perché vorrebbe dire fare un danno economico al Paese. Le istituzioni sono disponibili al dialogo, però all’interno delle regole”, ha detto. Anche se lo stesso Fedriga ha riconosciuto quanto l’eco della protesta abbia provocato dei primi danni economici.
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