I lavoratori dei cantieri di servizio (ex rmi) delle provincie di Caltanissetta ed Enna chiedono una legge regionale per la stabilizzazione

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Su iniziativa di Sebastiano Nicastro, ex consigliere provinciale, oggi dirigente sindacale della UIL di Enna, si sono riuniti, presso il saloncino delle riunioni della confederazione ennese, i fruitori del Reddito Minimo di Inserimento provenienti dai comuni delle province di Enna e Caltanissetta.
I fruitori del reddito minimo, che da circa vent’anni vivono uno stato di disagio, acuito dal crescente costo della vita, lamentano il mancato riconoscimento dei diritti minimi per la sopravvivenza considerato che il loro “compenso” è pari a 278 euro, per 80 ore di servizio mensili, somma che aumenta in base al loro carico familiare, precisando che, in alcune realtà lavorative, l’azione di questa “categoria di lavoratori” è diventata indispensabile tenuto conto della scarsa presenza nella stragrande maggioranza delle dotazioni organiche degli Enti Locali di figure da allocare nella categoria degli operatori.
All’unanimità i lavoratori chiedono una legge di stabilizzazione per tutte le unità oggi in servizio, con il riconoscimento dei contributi figurativi con data retroattiva e precisamente da quando i percettori dei Cantieri ex R.M.I. sono in servizio, un aumento sostanziale del salario minimo sufficiente a garantire la sopravvivenza, inoltre, la storicizzazione delle risorse per la prosecuzione automatica dell’attività, al fine di eliminare la interruzione che può diventare drammatica per alcune famiglie.
A tal fine i fruitori hanno predisposto gli atti per portare avanti una petizione che sarà indirizzata al presidente della Regione siciliana, al presidente dell’Assemblea Regionale, all’assessore al Lavoro nonché agli onorevoli capigruppo ed alla deputazione delle province di Enna e Caltanissetta.


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