Il vescovo della Diocesi di Nicosia lancia l’allarme: “Il nostro territorio rischia la desertificazione sociale e ambientale”

Mons Giuseppe Schillaci
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Mons. Giuseppe Schillaci, vescovo della Diocesi di Nicosia, ha scritto una lettera aperta denunciando la grave situazione di abbandono e degrado che sta interessando l’area nord della provincia di Enna. La missiva, datata 2 febbraio 2025, è indirizzata a diverse autorità istituzionali: Sergio Mattarella, presidente della Repubblica; Giorgia Meloni, presidente del Consiglio; Renato Schifani, presidente della Regione Siciliana; Maria Carolina Ippolito, prefetto di Enna; parlamentari e sindaci del territorio diocesano.

Il vescovo lancia un grido d’allarme sulla cosiddetta “emergenza desertificazione”, evidenziando come, secondo autorevoli scienziati, entro vent’anni oltre il 50% della Sicilia, soprattutto nelle aree interne, potrebbe trasformarsi in un vero e proprio deserto con temperature africane e fenomeni climatici sempre più devastanti.

I punti cruciali sollevati nel documento sono molteplici. L’emigrazione è un fenomeno preoccupante: ogni anno, circa 1.500 cittadini sono costretti a lasciare il territorio, principalmente giovani diplomati e laureati, in cerca di migliori opportunità. La crisi idrica rappresenta un altro nodo centrale: nell’ultimo anno, la zona ha subito una grave emergenza con acqua razionata una volta a settimana, invasi ridotti a pozzanghere e cittadini costretti a ricorrere alle autobotti.

Il vescovo denuncia inoltre un sistema di gestione dell’acqua definito vergognoso, con Siciliacque che acquista l’acqua pubblica a un prezzo irrisorio per rivenderla a prezzi molto più alti, con perdite nelle condotte superiori al 50%. I servizi essenziali sono al collasso: chiusura del Tribunale, della Casa circondariale e continuo depauperamento di ospedali e infrastrutture.

Mons. Schillaci sottolinea che questi 12 comuni, con circa 70.000 abitanti, sono tra i più poveri d’Italia, privi di collegamenti ferroviari, università e ospedali adeguati. La situazione rischia di portare a una “desertificazione sociale, demografica, culturale e democratica”.

Il vescovo invita le autorità a visitare personalmente il territorio, offrendo loro prove documentali della situazione critica: foto, video, bollette e statistiche. Allega inoltre un documento con 10 proposte concrete elaborate dal Laboratorio sociopolitico della Conferenza Episcopale Siciliana.

Il documento si conclude con un appello accorato: “L’amore per il mio popolo mi induce a non tacere oltre“, parafrasando le parole di don Peppe Diana, chiedendo alle istituzioni di ascoltare il grido di una comunità che non vuole arrendersi all’abbandono.

Un documento che mette a nudo le difficoltà di un territorio dimenticato, nella speranza di sollecitare un intervento immediato e concreto da parte delle istituzioni nazionali e regionali.

TESTO COMPLETO DELLA LETTERA APERTA


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