La caratteristica processione in onore di San Cono, patrono del borgo omonimo – VIDEO

SanCono
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Ogni anno, la seconda domenica di maggio, si celebra San Cono, patrono del piccolo borgo omonimo di poco più di 2400 abitanti in territorio della città metropolitana di Catania in Sicilia.

La festa è così sentita dai sanconesi, che il comune siciliano, situato in zona collinare, alle pendici dei monti Erei, per l’occasione dei festeggiamenti in onore del patrono, che si protraggono per diversi giorni,  vede rientrare  numerosi emigrati.

Come ha raccontato ai nostri microfoni, don Paolo Politi, cui da poco è stata affidata la Parrocchia Santa Maria delle Grazie,  la festa di San Cono, monaco brasiliano, si snoda con una particolarità: “la statua è condotta in processione per le vie del centro quasi correndo, per stare tra la sua gente, portando in ogni famiglia la serenità di essere protetti dal Santo intercessore presso del Padre.

I Santi sono l’espressione dello Spirito Santo, che rispecchia l’immagine di Dio, che è amore. In San Cono, quindi, i fedeli vedono l’amore del Padre verso il prossimo”. Amore che il Santo mostrò anche nei confronti di chi lo accusò in vita. Una grave calunnia, infatti, lo colpì in vita. Secondo le notizie che di San Cono sono state tramandate ai posteri, pare che, tornato da un viaggio di preghiera, Egli  trovò i suoi genitori deceduti. Essendo unico erede, vendette il patrimonio e donò il ricavato ai poveri, credendo di poter tornare a condurre la sua vita da eremita. Ma una giovane fanciulla di Naso di nobile casato, che  era caduta in peccato con un giovane, rimanendo nel disonore,  incolpò l’eremita dell’accaduto. Nonostante la sua tarda età e la fama di santità di cui già godeva, fu denunziato al Governatore e trascinato davanti al giudice che, nonostante le pacate risposte dell’eremita, lo condannò ad essere spogliato nudo e fustigato in pubblica piazza. Ma quando venne spogliato, comparve un corpo esile, coperto di piaghe, e si scoprì che indossava il cilicio attorno ai fianchi, strumento di penitenza. La calunnia risultò, infine, non  fondata e il vecchio abate fu riaccompagnato in massa dal popolo osannante nella grotta da cui, ingiustamente, era stato prelevato.

Il corteo in onore del patrono, che per altro verrà ripetuto dopo otto giorni, ha percorso le vie del borgo domenica 14 maggio, con la varaportata a spalla dai sanconesi. Oltre al caratteristico incedere simile ad una corsa del Santo, altra peculiarità di questa processione è  la presenza di un fedele incaricato, che accanto al fercolo raccoglie preghiere e offerte, gridando a gran voce il nome di chi sta offrendo e l’importo offerto, e a ciò il popolo risponde con il caratteristico  grido “Viva Dio e San Cono”.

Giuseppe Lagati

 

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