La Polizia di Stato arresta il venditore e l’acquirente di un revolver illegalmente detenuto – VIDEO

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Agenti della Squadra Mobile della Questura di Enna e del Commissariato di P.S. di Piazza Armerina hanno tratto in arresto due persone: il 50 enne P.D. di Barrafranca e il 75 enne P.G. di origine ennese. I due uomini sono accusati di ricettazione, detenzione e porto di arma clandestina e possesso di banconote false.

Nel pomeriggio di martedì 3 marzo, gli investigatori hanno effettuato un servizio di controllo alla stazione degli autobus in partenza dalla provincia ennese. I poliziotti, riconoscevano il pluripregiudicato barrese e, fingendosi passeggeri, decidevano di seguirlo a bordo dello stesso autobus diretto a Catania. L’uomo non si accorgeva del pedinamento; appena sceso dal pullman, si avvicinava a un’altra persona che gli consegnava una busta. Gli agenti, a quel punto, intervenivano immediatamente al fine di verificarne il contenuto, trovando all’interno un revolver e delle munizioni.

Nessuno dei due soggetti giustificava lo scambio e il possesso illegale dell’arma, anzi negavano decisamente l’evidenza e cosa ci fosse dentro l’involucro. Tale atteggiamento, però, confermava la piena responsabilità di entrambi, stante che non sapevano di essere stati costantemente seguiti e monitorati in ogni momento dagli inquirenti.

Dopo le formalità di rito, gli agenti della Squadra Mobile di Enna e del Commissariato di P.S. di Piazza Armerina, con il supporto della Squadra Mobile di Catania, dichiaravano in stato di arresto i due soggetti per ricettazione, detenzione e porto di arma clandestina completa di relativo munizionamento. Nel corso della relativa perquisizione, i due venivano trovati in possesso di banconote false, tutte con lo stesso numero seriale.

Al termine delle verifiche effettuate dalla Polizia Scientifica sull’identità degli arrestati e sulla caratteristica dell’arma, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria etnea, i due uomini venivano associati presso la Casa Circondariale di piazza Lanza di Catania.

Sono in corso verifiche per acclarare la provenienza dell’arma e sui motivi della cessione, oltre che per appurare ulteriori responsabilità penali da parte di terzi.

 


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