La presidente dell’ANCE ennese Sabrina Burgarello: “Da oggi fuori tutti quelli che non stanno alle regole”

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I dati evidenziati dall’ANAC sulla corruzione, che segnano per la nostra regione un record davvero ingiurioso, non possono restare relegati nelle cronache utili solo allo sdegno. Occorre rivedere gli ingranaggi e capire dove si inceppa il sistema di controlli, che viceversa soffoca le imprese che operano correttamente.”

Con questo assunto la Presidente dell’ANCE ennese lancia una sfida ad istituzioni, politica ed alle imprese stesse.

Noi non siamo disposti più a guardare passivamente nostri colleghi che per costrizione o convenienza decidono di trovare sistemi degeneri per vincere le sfide del mercato, per questo motivo chiediamo che siano riviste tutte le norme che oggi hanno dimostrato di non funzionare. Prima fra tutte la norma che consente procedure negoziate sulla base di elenchi di imprese. Troppo spesso rileviamo che le imprese invitate non sono qualificate adeguatamente e ciò nonostante la chiarezza delle norme, la spiegazione potrebbe proprio essere nei sistemi clientelari o concussori che le tecnocrazie mettono in campo. Ad aggravare la situazione c’è poi la norma che consente affidamenti fino a 150mila euro con soli tre preventivi, per cui vediamo imprese commerciali cui vengono affidati lavori per impianti da fonti rinnovabili, o fabbri che assumono lavori stradali. E’ giunto il momento di guardare i fatti e dire quello che non va, quello che agevola la corruzione e rimuovere tutti gli ostacoli ad un mercato realmente basato sulla capacità di fare bene le opere e farle al prezzo giusto, senza far pagare dazio a lavoratori o fornitori.”

Per quel poco che possiamo fare adotteremo regole etiche più stringenti che sospendano tutti i soci coinvolti in inchieste sulla corruzione e che ove venissero condannati, anche solo in primo grado, saranno espulsi con prontezza. Occorre però che le istituzioni facciano la loro parte. Investire decisamente nelle gare elettroniche con piattaforme pubbliche ad esempio. La Regione ha investito in una ottima piattaforma, il SIAS, che però i nostri Comuni non utilizzano preferendo spesso usare piattaforme private più facilmente manipolabili. Serve poi che gli imprenditori definitivamente condannati per tali reati siano esclusi dal mercato pubblico, e siano evitate forme di elusione tramite la creazione di nuove aziende che di nuovo hanno solo la partita iva.”

 


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