Le carte siciliane e la tradizione del gioco in Sicilia

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La storia dei giochi di carte in Sicilia ha radici antiche che affondano nel Medioevo. I legami con il mondo arabo della Trinacria sono ben noti e del resto l’isola che per quasi due secoli (dall’827 al 1027 d.C.) fu sotto il dominio mussulmano,  si pone a livello geografico come un punto privilegiato di contatto tra l’Europa e il Medio Oriente. Fu del resto proprio dall’Oriente che i giochi di carte raggiunsero il mondo occidentale attraverso quell’irripetibile corridoio di incontri e scontri che furono le crociate. A cavallo tra ‘300 e ‘400 iniziarono così a diffondersi in Italia dei mazzi di carte in stile “arabo” e presto gli artisti delle varie corti italiane si cimentarono nello studio degli stilemi artistici e ornamentali riprodotti dal nuovo esotico passatempo dando così vita a loro volta ad un nuovo genere di carte denominate Triumphi.

Questo svago nobile nato come un semplice gioco di presa si sviluppò in maniera raffinata mischiando elementi ludici ed esoterici. Nei Triumphi era infatti racchiusa la scienza ermetica degli alchimisti che attraverso le carte diffondevano alcuni messaggi ermetici che comprendevano, tra le altre cose, temi profondi come il completamento dell’opera di Ermete Trismegisto e la trasmutazione della materia.

Al castello Ursino di Catania è presente uno dei mazzi di Triumphi più antichi e rappresentativi della storia. Questa preziosa serie di carte è stata attribuita dagli storici alla corte di Alessandro Sforza e per caratteristiche ornamentali e temi trattati è riconducibile ai mazzi di tipo ferrarese. Insieme agli Sforza, gli estensi furono infatti promotori di questo nuovo intrattenimento noto in quel di Ferrara come “carte degli imperatori”. Francesco Sforza, il fratello di Alessandro, era stato del resto intorno alla seconda metà del ‘400 duca di Pesaro ed è probabile che da Milano a Pesaro il gioco si diffuso a macchia d’olio anche a Ferrara, Bologna e Firenze (qui i tarocchi erano chiamati minchiate). Il mazzo del castello Ursino viene attribuito ad Alessandro Sforza per via dello stemma sforzesco raffigurato sullo scudo del re di Spade. Il mazzo non risulta completo contando di sole 15 carte e pur restando una delle più preziose testimonianze di tarocco antico, rimane oscura la dinamica che da Milano condusse queste carte nella collezione Biscari e dei Benedettini poi andate a confluire nel posseduto comunale della città di Catania dopo l’unità d’Italia.

Se anche in Sicilia la nobiltà si poteva intrattenere con i triumphi, a livello popolare le carte iniziano a diffondersi per l’influsso degli spagnoli. Quando nel XIV secolo Pietro III d’Aragona estese i suoi domini sulla Trinacria importando usi e costumi tipici delle terre d’Aragona, i siciliani assorbirono immediatamente anche i giochi di carte aragonesi che confondendosi con le tradizioni dei triumphi iniziarono a riprodurre simbolicamente il portato storico dell’isola. Anche nei moderni mazzi di carte siciliane semi e figure sono ispirati all’epoca medievale e così ad esempio il re è vestito come i cavalieri dell’epopea cavalleresca (innegabili gli influssi della letteratura in lingua occitana in questo caso) mentre la sua cavalcatura a forma d’asino richiama simbologie religiose cristiche (Gesù entra a Gerusalemme in groppa ad un asino) e d’ispirazione musulmana (lo Sceicco arriva nella città Santa della Medina in groppa ad un asino). A modo suo dunque anche il volgo codificava la realtà con le carte e mentre i triumphi si trasformarono in strumenti di divinazione dedicati a cartomanti e vaticinatori, le carte siciliane si imposero come popolare passatempo riempiendo il quotidiano dei siciliani impegnati in interminabili sessioni di zecchinetta, briscola a cinque, cucù e sette e mezzo.

Oggi con smartphone, pc e tablet, diversi giocatori si intrattengono nel web frequentando sale da poker online e i più famosi casinò che in rete offrono numerosi soluzioni e trucchi per sapere come bluffare a poker. Alcuni siciliani si sono costruiti una carriera da grinder professionisti nell’hold’em sportivo come Dario “Ryu” Alioto, il pokerista di origini palermitane che grazie alla sua abilità nel poker è riuscito ad affermarsi come uno dei pro più forti d’Italia. Attualmente sedicesimo del ranking italiano, il classe 1984 è stato il primo a portare in Sicilia un braccialetto dei WSOP di Las Vegas (le World Series Of Poker, il torneo più importante del mondo). Tra i pokeristi siciliani ancora in attività Alioto risulta essere anche il più vincente vantando un patrimonio di quasi due milioni di dollari incassati in carriera. A livello professionistico negli ultimi tempi si sono fatti notare altri giovani siciliani come Walter Treccarichi e Giacomo Fundaro, sintomo che la passione per le carte dei siciliani non è mai scemata o meglio ha saputo semplicemente adattarsi alle nuove mode.

Diversi artisti siciliani hanno adottato il tema delle carte da gioco nelle loro produzione. La scrittrice Paola Masino, che collezionò una serie di quadri ispirati alle carte da gioco, volle impreziosire la sua serie con un quadro di Renato Guttuso. L’artista di Bagheria, in questa sua opera a tema, volle ispirarsi all’influsso garibaldino che le carte da gioco siciliane subirono durante l’occupazione della Sicilia, dipingendo il celebre “Fante di Quadri” in camicia rossa. Anche il pittore contemporaneo Francesco Toraldo, calabrese d’origine ma siciliano di adozione, ha voluto creare un’intera serie di dipinti ispirati alle carte siciliane. Lo stesso tema tiene banco anche sui social grazie alle brillanti pagine di @sicilianwords, un gruppo di amanti della cultura siciliana di Naro che attraverso il loro account Instagram raccontano la storia dei mazzi siciliani e la loro interpretazione degli usi e costumi tradizionali. Un’opera di “riesumazione storica” portata avanti anche dall’illustratrice Ester Ferrigno attraverso il suo account  @sterfe_illustra dove i simboli delle carte vengono presi come spunto per raccontare la Sicilia dando uno spaccato unico e originale di questa terra ricca di storia.

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