L’intrattenimento a Enna e in Sicilia: quali sono i giochi di carte più diffusi

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La Sicilia e tutte le sue province, da Palermo a Enna, passando per Messina, Siracusa, Agrigento, Catania, Ragusa, Caltanissetta e Trapani, sono tutte costellate di tradizioni particolari. Queste possono riguardare i giochi, che siano quelli con le carte o quelli da fare da bambini, tutti insieme, nelle piazze cittadine o nei parchi giochi, ma non solo. Molto spesso si parla anche di tradizioni siciliane esportate nei luoghi verso cui i siciliani hanno deciso di emigrare, talvolta alimentando veri e propri miti difficili da sradicare. Per quanto riguarda i passatempi, quelli di un tempo condividono lo stesso obiettivo di quelli odierni: incentivare la socializzazione, creando così legami che mettono le proprie radici nel gioco, uno dei modi da sempre più utilizzati per conoscere nuove persone e passare del tempo divertendosi.

Spesso è necessario operare una distinzione tra i giochi fatti comunemente in tenera età e quelli che invece non hanno limitazioni: rientrano nella prima categoria la strummula ed una variante siciliana della più nota acchiapparella. La strummula è un gioco che richiedeva l’utilizzo di una trottola e lo scopo era quello di farla roteare lungo un corridoio delimitato da due linee. Nel caso in cui il teatro del gioco fosse una via o una piazza, talvolta era possibile tracciare le righe sull’asfalto mediante l’uso del gesso, altrimenti veniva delineato un percorso attraverso l’uso di bastoncini.

Passando invece a passatempi dedicati ad un pubblico leggermente più adulto, le carte la fanno da padrone, usate in mille modi differenti. Un gioco molto celebre in tutta l’isola è il Cavaduzzo, che va a simulare una corsa di cavalli mediante l’utilizzo delle carte. Si mettono sul tavolo i quattro cavalli del mazzo e si aprono le puntate su questi. Sopra ciascuno vengono posizionate dieci carte e le rimanenti del mazzo vengono tenute dal mazziere. Questi, turno dopo turno, le scopre ed i cavalli avanzano di una posizione a seconda del seme che viene scoperto: a vincere è il cavallo che per primo scala la pila delle 10 carte precedentemente posizionate.

Un altro gioco molto famoso è la Stoppa, che per le regole che possiede può essere assimilato al poker. Esattamente come quest’ultimo, ad inizio del gioco siciliano i partecipanti sono invitati a puntare una somma dopo aver ricevuto (e guardato) le tre carte consegnate dal mazziere. Dopo un rapido controllo è possibile decidere tra passare il turno o chiamare, che coincide con l’apertura ufficiale del gioco. Le carte utilizzate sono quelle regionali siciliane ma si pratica anche in altre parti d’Italia utilizzando le napoletane o le piacentine.

Anche in terra sicula non mancano quelli che sono considerati i giochi di carte più tradizionali, presenti tanto nelle isole quanto nel resto della penisola. Le regole del blackjack, il regolamento del poker in tutte le sue varianti e le regole da rispettare al burraco tanto per fare qualche nome sono informazioni conosciuti dalla maggior parte dei giocatori di carte. Si tratta infatti di giochi diffusi non solo a livello nazionale ma con tradizionali secolari: in particolare i primi due, mentre è invece più recente la nascita del burraco. Il primo documento sul poker risale al 1828 e se ne ha avuto traccia a New Orleans, il burraco è invece sorto oltre un secolo dopo, in Uruguay (si stima intorno al 1940).



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