La Polizia di Stato ha eseguito nella mattina del 12 febbraio un’importante operazione antimafia ad Agira, in provincia di Enna, che ha portato all’arresto di quattro persone. L’operazione, denominata “Cerere”, è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Caltanissetta e ha visto la collaborazione delle Squadre Mobili di Enna e Siena.
Tre dei quattro indagati sono stati sottoposti a custodia cautelare in carcere, mentre per il quarto è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Tra gli arrestati figura il presunto referente locale di Cosa Nostra ad Agira, già condannato in passato per associazione mafiosa nel 2009, che avrebbe tentato di riprendere il controllo del territorio dopo aver scontato la sua pena.
Le indagini hanno rivelato un sistema di estorsioni tipico della cosiddetta mafia “rurale”. Tra i reati contestati figurano diverse estorsioni ai danni di imprese edili e agricoltori locali, tra cui l’imposizione di cessione di materiali, l’esecuzione di lavori privati e l’affitto forzato di terreni per il pascolo. Particolarmente grave l’episodio dell’incendio di 70 rotoballe di fieno, ordinato come rappresaglia contro un imprenditore agricolo erroneamente ritenuto responsabile del danneggiamento di un’auto.
Un altro degli arrestati, anch’egli con precedenti per reati aggravati dal metodo mafioso, è accusato di violenza privata e lesioni per il pestaggio di due allevatori, finalizzato a imporre il pascolo dei propri animali sui terreni delle vittime. Il terzo arrestato è invece coinvolto in un’estorsione del tipo “cavallo di ritorno” legata al furto di bestiame.
L’operazione ha coinvolto oltre 50 agenti della Polizia di Stato e ha richiesto l’intervento della Squadra Mobile di Siena per l’arresto di uno dei soggetti che si trovava in territorio toscano. Sono in corso ulteriori indagini su altri presunti complici, ai quali sono state notificate informazioni di garanzia.
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