Migranti, truffa sui richiedenti asilo: sei indagati ad Agrigento

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PALERMO – Associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato. Questa l’accusa rivolta dalla procura di Agrigento a sei indagati per i quali ha chiesto e ottenuto un l’applicazione di misure coercitive e un sequestro preventivo di beni. I sei sono coinvolti nella gestione di un ente che si occupa di accoglienza dei migranti richiedenti asilo. Nell’operazione sono impegnate decine di finanzieri del Comando provinciale. I dettagli dell’operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa fissata per le 11 in Procura: tra i presenti il procuratore aggiunto Salvatore Vella.

Ai sei indagati, a cui è stata inibita la possibilità di nuovi rapporti con la pubblica amministrazione, è stato imposto l’obbligo di firma. L’inchiesta, condotta da Vella e dal sostituto Elenia Manno, ha portato a un sequestro di beni superiore al milione e trecentomila euro deciso dal tribunale di Agrigento nei confronti dei sei indagati, che devono rispondere di associazione a delinquere finalizzata a numerose truffe ai danni dello Stato. Al centro dell’indagine un ente, la ‘Omnia Academy’ con sede a Favara, che in partenariato con numerosi Comuni della provincia di Agrigento si occupa di accoglienza e ospitalità ai migranti extracomunitari richiedenti asilo.

Gli indagati avrebbero ottenuto contributi e finanziamenti pubblici per oltre un milione e trecentomila euro “fraudolentemente”: la tesi della Procura, infatti, è che la somma sia stata erogata per le rette dei migranti ospitati giornalmente ma che in realtà sarebbero stati “fittiziamente” presenti nelle varie strutture gestite dall’associazione. “Fittizie” sarebbero state anche le spese sostenute e “illecitamente fatturate” ai danni di vari enti locali che erogavano i contributi nell’ambito dei progetti Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati).

“I responsabili della Omnia Academy – sostiene la procura di Agrigento – hanno reiteratamente sottoscritto e presentato nel corso degli anni dichiarazioni false circa l’effettiva presenza degli ospiti nei cari centri di accoglienza gestiti dall’associazione, false rendicontazioni e attestazioni di spesa“. L’associazione, inoltre, non comunicava le partenze dei migranti dai propri centri di accoglienza. Il sequestro colpisce decine di conti correnti e rapporti bancari e finanziari riconducibili agli indagati, dieci immobili (tra cui due ville di lusso nell’Agrigentino) e altri beni.

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