Nicosia, Acquaenna dovrà pagare una sanzione per lo sversamento di liquami provenienti dal depuratore

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Aveva creato sconcerto l’archiviazione avvenuta il 21 marzo di quest’anno da parte del Libero consorzio di Enna del procedimento sanzionatorio a carico di Acquaenna per lo sversamento di liquami provenienti dal depuratore di contrada Mammafiglia, mai entrato in funzione. Il Libero consorzio di Enna ad inizio maggio aveva revocato il procedimento di archiviazione.

In sua difesa Acquaenna aveva contestato il verbale di fine gennaio 2018 del Nucleo Operativo Provinciale del Comando Corpo Forestale della Regione Siciliana, in quanto l’impianto di depurazione di Mammafiglia non gli era stato affidato dal Comune del Nicosia.

Il Comune però, con una propria nota, dimostrava che il depuratore era stato preso in carico il 26 aprile 2017 da parte di Acquaenna. Il Libero consorzio prendendo atto di questo documento revocava il provvedimento di archiviazione rendendo a tutti gli effetti il procedimento sanzionatorio derivante dal verbale del Nop del Corpo Forestale.

Il 19 ottobre 2017 il personale del Nop del Corpo Forestale di Enna aveva effettuato un’ispezione presso il depuratore in contrada Mammafiglia, mai entrato in funzione, effettuando dei rilievi e campionamenti dei reflui fognari. L’esito della analisi effettuate dall’Arpa di Enna rilevavano che essendo il depuratore non funzionante le acque della rete fognaria non depurate venivano sversate nel vallone Mammafiglia senza alcuna autorizzazione. L’Arpa rivelava oltre allo scarico senza autorizzazione, anche il superamento dei valori dei limiti di inquinamento. Sanzioni che vanno nel primo caso dai 3.000 ai 30.000 euro e nel secondo caso dai 6.000 ai 60.000 euro. Queste multe vengono emesse dal Libero consorzio di Enna.

Questo procedimento può essere impugnato in tribunale da Acquaenna, oppure il gestore idrico può decidere di pagare le sanzioni comminate dal Libero consorzio di Enna.

Sarebbe opportuno che Acquaenna avviasse, dopo due anni dalla consegna del depuratore, la procedura che lo metta in funzione. Nicosia è uno dei due Comuni ennesi senza impianto di depurazione e lo sversamento dei liquami nel vallone è una delle conseguenze preoccupanti che coinvolge un intero territorio.

Sulla vicenda, oltre alle parti interessate, nei gironi scorsi è intervenuto il Movimento per la difesa dei territori, che ha chiesto l’accesso agli atti dopo la richiesta di archiviazione del procedimento e dopo la revoca, come ci riferisce il presidente di Mdt Fabio Bruno, “ora noi monitoreremo la situazione per assicurarci che AcquaEnna metta in funzione il depuratore in tempi rapidi”.

 


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