Il Tribunale di Enna ha disposto l’archiviazione del procedimento penale a carico del consigliere comunale di Nicosia Francesco La Giglia, accusato di diffamazione nei confronti dell’assessore Gianfranco Castrogiovanni. La decisione, firmata dal giudice per le indagini preliminari Ornella Zelia Futura Maimone, ha accolto la richiesta del pubblico ministero respingendo l’opposizione presentata dalla parte offesa.
I fatti contestati
La vicenda risale al 27 luglio 2023, durante una seduta del consiglio comunale dedicata al bilancio. Secondo la denuncia presentata da Castrogiovanni, il consigliere La Giglia avrebbe pronunciato la frase: “con le variazioni di bilancio io gli dimostrerò che limeremo tanti di quei capitoli, tra cui c’è il contenzioso dove qualche teschio ambulante si sta facendo i bagni“.
L’assessore aveva interpretato l’espressione “teschio ambulante” come un riferimento diretto alla sua persona, considerandola diffamatoria, sia per la sua delega al contenzioso sia perché tale appellativo sarebbe notoriamente riferito a lui nel contesto nicosiano.
La decisione del Tribunale
Il giudice ha ritenuto che la condotta non costituisca reato, inquadrandola nell’esercizio del diritto di critica politica previsto dall’articolo 51 del Codice Penale. Nella sua ordinanza, il magistrato ha sottolineato come “la libertà di espressione nell’ambito del discorso e del dibattito politico non lascia spazio a restrizioni” e che i limiti della critica nei confronti delle personalità politiche “devono necessariamente essere più ampi“.
Il Tribunale ha inoltre evidenziato che le espressioni utilizzate durante la seduta consiliare “non si traducono in una gratuita ed immotivata aggressione alla sfera personale del soggetto, ma restano circoscritte all’ambito politico in quanto afferenti alla carica rivestita dalla persona offesa“.
Le dichiarazioni di La Giglia
Dopo la decisione, il consigliere Francesco La Giglia ha espresso soddisfazione per l’archiviazione: “Sono contento della decisione del giudice di archiviare la denuncia a mio carico. Si trattava di una denuncia strumentale, politica e infondata, frutto semplicemente dell’acrimonia politica e personale nei miei confronti da parte dell’assessore Castrogiovanni“.
La Giglia ha però espresso rammarico per le conseguenze economiche: “La cosa che mi dispiace è che, avendo diritto alle spese legali a carico del Comune, a causa di questo capriccio personale dell’assessore, l’ente dovrà sborsare denaro pubblico per coprire costi legali che sono stati il risultato di una mera strumentalizzazione politica“.
Precedenti giurisprudenziali
La decisione si inserisce in un consolidato orientamento della Cassazione che, come richiamato nell’ordinanza, “tollera anche l’uso di espressioni forti e toni aspri” nell’ambito della critica politica, purché non si traducano in attacchi gratuiti alla sfera personale ma rimangano circoscritti all’ambito istituzionale e alle funzioni pubbliche ricoperte.
Il caso si chiude definitivamente con l’archiviazione, confermando la preminenza del diritto di critica politica anche quando espresso con toni particolarmente accesi nel contesto del dibattito democratico nelle assemblee elettive.
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