Nicosia, avviata la procedura di finanziamento per la ristrutturazione del depuratore Mammafiglia

Condividi l'articolo su:

Ammonta a 1.237.135,54 euro la copertura finanziaria per la realizzazione dell’intervento di ristrutturazione dell’impianto di depurazione di contrada Mammafiglia, progettato da Acquaenna e previsto nel piano degli interventi dell’ATI di Enna.

Lo ha comunicato il Ministero della Transizione Ecologica che ha approvato e sottoscritto l’accordo di programma per la realizzazione di interventi di miglioramento del Servizio Idrico integrato, Piano Operativo Ambiente FSC 2014-2020, con il quale è stata è stata individuata la copertura finanziaria per il progetto del depuratore.

Si attende ora il completamento delle pratiche amministrativa e l’emissione del decreto di finanziamento da parte dell’ Assessorato Regionale all’Energia.

Questo importante finanziamento conferma l’impegno di Acquaenna, dell’ATI e del Comune di Nicosia per la risoluzione delle procedure di infrazione UE dovute all’assenza o all’inadeguatezza di impianti di depurazione delle acque reflue. Esso infatti consentirà di affrontare e risolvere l’annosa problematica della messa in esercizio dell’impianto di depurazione Mammafiglia, che depurerà una parte dei reflui urbani comunali”, commentano soddisfatti i vertici di Acquaenna e l’amministrazione comunale di Nicosia che hanno seguito tutto l’iter che ha porta all’accordo di programma.

La storia di questo depuratore è lunga e complessa. Parte dal 1979 quando l’Assessorato regionale territorio e ambiente concesse il primo finanziamento di 300 milioni di lire per la costruzione del depuratore, nel 1981 arrivò il secondo contributo di 650 milioni di lire, integrato successivamente con fondi comunali, che portarono lo stanziamento a circa un miliardo di vecchie lire. Il progetto fu redatto dall’ingegnere Franco Barberi ed i lavori vennero consegnati alla ditta Ricottone Giuseppe di Caltanissetta nel 1984 e completati nel 1991. Nel 1989 la giunta conferì l’incarico di collaudatore all’ingegnere Francesco Sabella, che nel 1993 trasmise al Comune il certificato di collaudo con esito favorevole. Nel frattempo il presidente della commissione collaudo, l’ingegnere Filippo Costanzo, veniva a mancare, il Comune nel 1991 trasmise una nota all’assessorato per la nomina di un nuovo presidente, che al posto del deceduto Costanzo nominò, nel 1992, l’ingegnere Achille Orlando. Nel 1996 l’ingegnere Orlando trasmetteva all’Assessorato regionale territorio ed ambiente la relazione di collaudo e gli atti contabili e progettuali, ma l’Ispettorato Regionale Tecnico non li ritenne esaustivi solo un anno dopo. A fine 1997 l’ingegnere Orlando si dimise per impegni lavorativi all’estero e l’Assessorato nominò dopo un anno l’ingegnere Girolamo Campanella, ma anche questo professionista nel 1999 rassegnò le sue dimissioni. La vicenda si protratta fino ai giorni nostri a seguito anche delle ulteriori inchieste giudiziarie e del procedimento attivato dalla Corte dei Conti e dopo svariati solleciti da parte delle amministrazioni comunali di Nicosia succedutesi nel tempo, nel 2011 l’Assessorato regionale territorio ed ambiente attivò una conferenza di servizi  e successivamente venne nominato veniva nominato il nuovo collaudatore dell’opera, l’ingegnere Felice Ugliarolo. Il professionista esaminò il carteggio risalente a 15 anni prima e nel 2013 inviò una nota al Comune e all’Assessorato con la quale segnalava l’impossibilità di redigere il collaudo tecnico amministrativo chiedendo, in sostituzione di poter redigere l’accertamento dell’effettiva funzionalità ed efficienza dell’impianto.

L’ultima conferenza di servizi risale al settembre 2016 alla presenza dell’amministrazione comunale di Nicosia , del dirigente dell ‘UTC, del collaudatore, dell’Arpa di Enna, dell’Ato idrico e della società Acquaenna fu concordemente espressa la necessità di chiudere la precedente fase realizzativa, anche con un eventuale collaudo negativo dell’opera, al fine di trasferire l’impianto all’Ato e ad Acquaenna, in modo da verificare, anche mediante ricerca di fonti di finanziamento, la funzionalità dell’impianto o in alternativa l’attivazione di un altro depuratore che consenta l’entrata a regime per il Comune di Nicosia dell’impianto di depurazione. Nel frattempo in mancanza di riscontro da parte dell’Assessorato regionale, l’ingegnere Ugliarolo, per l’impossibilità di procedere con il collaudo ed in mancanza di documentazione a corredo, rassegnava le proprie dimissioni.

Nel mese di gennaio 2017 il sindaco Bonelli prese atto delle dimissioni del collaudatore e nominò al suo posto il dirigente dell’ufficio tecnico comunale, Nino Testa. A fine febbraio il nuovo collaudatore nella sua relazione scrive che i lavori di costruzione del sistema di depurazione delle acque reflue dell’abitato di Nicosia, dato l’esito negativo delle operazioni ed accertamenti effettuati, non sono collaudabili. La giunta con una propria delibera ne prese atto e diede mandato all’ufficio tecnico comunale di predisporre gli atti necessari per la consegna all’Ato 5 e per essa al gestore idrico integrato Acquaenna affinchè potessero ripristinarne l’uso, cercando nuove forme di finanziamento.

 


Condividi l'articolo su: