Nicosia dice no al declino: il consiglio comunale approva un atto di indirizzo per difendere le aree interne

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Il consiglio comunale di Nicosia ha approvato all’unanimità un importante atto di indirizzo per contrastare la visione di “declino assistito” contenuta nel Piano Strategico Nazionale Aree Interne 2021-2027. La seduta del 22 luglio, presieduta da Sigismundo Li Volsi, ha visto la partecipazione di 12 consiglieri su 16 e la presenza dell’esperto Alessandro Ficile, specialista delle aree interne delle Madonie.

Il Piano Strategico e le preoccupazioni del territorio

Il Piano Strategico Nazionale Aree Interne, approvato il 9 aprile 2025, ha l’obiettivo dichiarato di contrastare lo spopolamento e creare opportunità di sviluppo attraverso il miglioramento dei servizi essenziali. Tuttavia, il documento classifica alcune aree come territori che “non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza” e necessitano di “un piano mirato che le possa assistere in un percorso di cronicizzato declino e invecchiamento“.

È proprio questa classificazione ad aver sollevato le preoccupazioni dell’amministrazione nicosiana, che ha deciso di reagire con un documento programmatico chiaro e determinato.

La posizione del consiglio comunale

Nel documento approvato, il consiglio comunale respinge categoricamente l’idea che le aree interne debbano essere “accompagnate al declino“. L’atto di indirizzo sottolinea come questi territori siano “realtà vive ricche di tradizioni, risorse umane, ambientali e culturali che debbono avere pari dignità diritti e opportunità“, richiamando i principi costituzionali dell’articolo 3.

Il sindaco, intervenuto durante la seduta, ha ricordato come l’amministrazione comunale, con il supporto del consiglio, abbia già salvato tutti i servizi essenziali del territorio, dimostrando che è possibile invertire la tendenza al declino.

I punti critici del territorio

L’atto di indirizzo individua diverse criticità che rischiano di trascinare effettivamente l’area verso il declino. Tra le principali preoccupazioni emerge il mancato completamento e l’assenza del finanziamento della Nord-Sud dai fondi di sviluppo e coesione 2021-2027, che rappresenta un elemento cruciale per la connettività del territorio. Altrettanto grave è la situazione del Tribunale, attualmente chiuso nonostante si ventili un disegno di legge per la riapertura dei tribunali minori precedentemente soppressi. Sul fronte sanitario, destano preoccupazione i 13,5 milioni di euro stanziati per l’adeguamento e la messa in norma dell’ospedale locale, risorse ancora non utilizzate. Il documento evidenzia inoltre le conseguenze negative dell’accorpamento delle scuole e la persistente mancanza di incentivi concreti per l’imprenditoria e l’agricoltura locale.

La strategia proposta dall’esperto

Alessandro Ficile ha illustrato una strategia articolata in 10 punti per rivitalizzare le aree interne, sottolineando come il 60% del territorio nazionale ricada in questa categoria e non possa quindi essere trascurato. Tra le proposte: politiche su misura per ogni territorio, finanziamenti mirati, deroghe per le assunzioni nei comuni, incentivi per mantenere docenti e medici nelle aree interne, promozione dell’imprenditoria e dell’agricoltura specifica del territorio.

Particolarmente interessante la proposta di un sistema di “royalties” per compensare i disagi di vivere nelle aree interne, considerando i servizi che queste forniscono alle aree metropolitane, come l’acqua delle Madonie a Palermo.

L’impegno per il futuro

Il documento approvato impegna formalmente il presidente del consiglio comunale, i consiglieri, il sindaco e la giunta ad adottare tutti gli atti necessari per salvaguardare i servizi essenziali e sollecitare un rilancio delle aree interne.

Il sindaco ha annunciato l’intenzione di contattare tutti i presidenti delle aree interne per fare azione comune e presentare controproposte concrete, mentre il documento sarà inviato ai rappresentanti politici del territorio affinché si facciano promotori delle richieste presentate.

La battaglia di Nicosia rappresenta un esempio di come i territori possano reagire attivamente alle politiche che li penalizzano, rivendicando il diritto a un futuro di sviluppo anziché di declino assistito.



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