Abbiamo ascoltato il sindaco di Nicosia Luigi Bonelli, il vice sindaco Annamaria Gemmellaro e il presidente del consiglio comunale Sigismundo Li Volsi, il merito all’assemblea che si è tenuta a Roma il 10 gennaio sulla riforma della geografia giudiziaria e la riapertura dei tribunali soppressi nel 2012.
L’importante incontro del Coordinamento Nazionale dei tribunali soppressi si è svolto presso la sede dell’Organismo Congressuale Forense a Roma. L’assemblea, presieduta dall’avvocato Pippo Agnusdei, ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti.
La riunione ha affrontato la complessa questione della riforma della geografia giudiziaria, introdotta dalla Legge n. 148/2011, che ha portato alla soppressione di trenta tribunali e relative procure. A più di undici anni dall’implementazione di questa riforma, emerge un quadro preoccupante: gli obiettivi di risparmio ed efficienza inizialmente promessi non sono stati raggiunti. Al contrario, i tempi processuali si sono dilatati significativamente e i costi, contrariamente al principio di invarianza della spesa, sono ricaduti sui cittadini.
L’assemblea ha discusso gli sviluppi recenti, incluso l’incontro del 26 novembre con il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, che ha presentato un piano di ripristino selettivo. La proposta prevede la conferma definitiva dei quattro tribunali abruzzesi interessati da fenomeni sismici e il ripristino di altri tre tribunali distribuiti geograficamente: uno al nord, uno al centro e uno al sud Italia. Da quanto è trapelato sarebbero quelli di Bassano del Grappa, Lucera e Rossano.
Tuttavia, il Coordinamento ha espresso preoccupazione per questo nuovo orientamento, che si discosta dai criteri oggettivi precedentemente concordati. I rappresentanti hanno sottolineato come questo cambio di direzione rischi di vanificare il lavoro svolto sui territori per ottenere le adesioni formali da comuni e regioni.
L’assemblea ha concluso i lavori con un ordine del giorno che auspica l’adozione di criteri oggettivi per il ripristino dei tribunali, includendo parametri quali la popolazione, la presenza di case circondariali, presidi delle forze dell’ordine e università con facoltà di giurisprudenza. Particolare attenzione è stata richiesta per i presidi giudiziari nelle “aree interne” e per le proposte di ampliamento oltre i confini amministrativi, citando come esempio il progetto del Tribunale della Pedemontana veneta.
Il documento finale sottolinea come i fenomeni sismici, che hanno giustificato la priorità data ai tribunali abruzzesi, non siano esclusivi di quella regione, ma interessino l’intero territorio nazionale, sollecitando quindi un approccio più equo e comprensivo nella ridefinizione della geografia giudiziaria italiana.
L’assemblea ha evidenziato come questa questione non sia solo di natura organizzativa, ma tocchi il diritto fondamentale dei cittadini di accedere alla giustizia, sottolineando il rischio che la distanza fisica dai tribunali possa scoraggiare i cittadini dal perseguire le vie legali, con conseguenze potenzialmente gravi per lo stato di diritto.
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