Nicosia, presentato il restauro dell’Angelo Custode realizzato da Giambattista Li Volsi – VIDEO

Condividi l'articolo su:

Giovedì 3 ottobre, presso la basilica di Santa Maria Maggiore a Nicosia, è stato presentato il restauro del gruppo ligneo che raffigura l’Angelo Custode, opera del XVII secolo realizzata da Giovanni Battista Li Volsi.

L’opera è stata restaurata da Antonio Alaimo ed Enza Gulino che recentemente avevano effettuato anche il restauro del quadro di Filippo Randazzo raffigurante il martirio di San Menna, oggi esposto presso il Museo diocesano di Nicosia.

Il primo intervento è stato curato da padre Gaetano Giuffrida, parroco della basilica di Santa Maria Maggiore, che ha parlato degli angeli custodi citando alcuni passi biblici e dei padri della chiesa.

Il dottore Paolo Russo, storico dell’arte e studioso delle opere dei Li Volsi, ha parlato di questa famiglia di artisti e scultori nicosiani, che per ben tre generazioni si dedicarono all’arte della scultura, a partire dal capostipite Francesco Li Volsi di Nicosia ed i consanguinei Girolamo e Giuseppe oriundi nicosiani, ma residenti a Gangi. La seconda generazione operò tra la fine del XVI secolo ed il primo ventennio del XVII secolo con gli artisti Giuseppe ed il fratello Giovanni Battista, figli di Francesco. La terza generazione operò fino agli anni 70 del XVII secolo e comprendeva i numerosi figli di Giuseppe, nel frattempo trasferitosi a Tusa e Stefano figlio di Giovanni Battista. Decine le opere sparpagliate in diverse parti dell’Isola e molte di queste sono presenti ancora oggi in diverse chiese nicosiane ed esposte presso il Museo diocesano di Nicosia.

L’opera restaurata ed il lavoro svolto sul gruppo ligneo è stato presentato dalla restauratrice Enza Gulino, che insieme al marito Antonio Alaimo hanno proceduto al restauro dell’opera di Giovambattista Li Volsi. Originariamente la statua si trovava nell’antica basilica di Santa Maria Maggiore e fu salvata dal crollo a seguito della “lavanca” del 1757. Il gruppo ligneo è stato realizzato in base al modello iconografico in voga nei primi decenni del XVII secolo e coincide con l’ultimo periodo d’attività dell’autore. L’Angelo è raffigurato nell’atto di indicare la via con il braccio destro alzato ed è affiancato dal bambino che dovrà proteggere per tutta la vita.

La statua versava in un cattivo stato di conservazione. La splendida doratura, segnata da numerose lacune e da uno spesso strato sporco, era staccata in vari punti dal supporto e dal suo strato preparatorio. Il supporto ligneo era pesantemente intaccato dall’azione degli insetti xilofagi che lo avevano indebolito in varie parti, ormai prive di consistenza.

L’intervento di restauro è stato realizzato in due momenti distinti, quello prettamente conservativo e quello di presentazione estetica. Il primo volto a bloccare il processo di degrado, con la messa in sicurezza della doratura e della pellicola pittorica e nella messa in sicurezza dell’opera. Il secondo momento ha permesso la rimozione di tutte le ridipinture che coprivano il colore originario degli incarnati, la pulitura delle parti dorate, la stuccatura e la reintegrazione pittorica delle lacune.

Con questo restauro è stata garantita la conservazione dell’opera nel tempo, le ha ridato unità di lettura, ne ha migliorato la leggibilità e l’ha valorizzata nel modo più idoneo.

L’Angelo Custode ancora per qualche giorno sarà visibile presso l’altare maggiore della basilica, in attesa che venga riposto nel suo altare accanto alla fonte battesimale.

 


Condividi l'articolo su: