Nicosia, ricordato il giudice Antonino Giannola nel 60mo anniversario della sua uccisione – VIDEO

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Fu ucciso 60 anni fa a colpi di pistola, Antonio Giannola, il primo magistrato italiano assassinato “nell’esercizio delle funzioni”.

Nato a Partinico nel 1906, divenne magistrato il 18 agosto 1931, a soli 24 anni. Negli anni ’40 del secolo scorso venne assegnato al Tribunale di Palermo. Svolse le funzioni di giudice a latere presso quella Corte d’assise in cui venivano celebrati anche i processi alla “banda Giuliano”. Erano gli anni difficili del separatismo, delle lotte agrarie e del banditismo che, com’è noto, ebbero nella strage di Portella della Ginestra l’apice più tragico e violento.

Il 28 febbraio 1955 venne immesso nel possesso delle funzioni di Presidente del Tribunale di Nicosia, funzione che ricoprì fino al giorno della sua tragica scomparsa, che avvenne il 26 gennaio 1960, durante un’udienza, ai tempi in cui era  presidente del Tribunale di Nicosia. “Voglio uccidere la giustizia”, disse l’assassino, a cui fu riconosciuta l’infermità mentale.

Dopo decenni di oblio, nel mese del dicembre 2018, grazie alla collaborazione tra Anm, Csm e Ministero della giustizia, il nome di Giannola è stato inserito nell’elenco de “Le rose spezzate” dell’Associazione nazionale magistrati, che raccoglie i nomi dei magistrati venuti meno durante l’espletamento delle funzioni di servizio.

Il 30 ottobre 2019, in suo onore, nella foresta presidenziale di Tzora, sulle colline di Gerusalemme, è stata piantata una quercia accanto alle altre ventisette già presenti, una per ogni magistrato assassinato dalla criminalità.

Nicosia, che si onora di averlo avuto presidente del proprio Tribunale,  ha voluto ricordarlo con rispetto e riconoscenza, come esempio di virtuosa persona che appartiene alla storia della Città.

Innanzi al busto di Antonino Giannola, il sindaco Luigi Bonelli ha letto un pensiero del Ministro della giustizia Alfonso Bonafede, che non potendo partecipare personalmente alla cerimonia in ricordo del sessantesimo anniversario del barbaro  assassinio, ha tenuto comunque a ringraziare il prof. Libero Italo Giannola per l’invito rivoltogli: <<Onorare il primo magistrato ucciso in ragione della funzione esercitata – ha scritto Bonafede – è per tutti noi rappresentanti dei cittadini un doveroso segno di rispetto e riconoscenza nei confronti della magistratura italiana, che da Giannola in poi ha versato un drammatico tributo di sangue in difesa della giustizia e della libertà di cui oggi godiamo.>>

L’avv. Ones Benintende ha portato il saluto di 24 mila avvocati, essendo lui componente dell’Unione dei Fori Siciliani, e ha ricordato come il suo papà, che era presente, abbia dato i primi soccorsi.

L’avv. Salvatore Timpanaro ha consegnato ai figli di Giannola presenti, per conto della presidente della Corte d’Appello,  un plico contenente l’annuario che conserva anche dei riferimenti a Giannola.

Infine è intervenuto il figlio minore del giudice, che nonostante la commozione, ha raccontato la figura sia del magistrato che dell’uomo che del padre amorevole.

 


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